Commercio e servizi alla persona in crisi nella provincia: manca il personale. Quali sono secondo voi le ragioni? ( sondaggio )

Occupazione Nei due settori offerte per 7mila addetti entro fine anno. Mancano addetti qualificati e i contratti per i giovani sono mal pagati

Commercio e servizi alla persona sono i settori dove, in provincia di Como, sono aperte più ricerche di personale: sono 5mila i lavoratori che, da oggi alla fine dell’anno, potrebbero trovare lavoro nei due comparti. Ma proprio in questi due settori oltre la metà delle offerte non trova risposta. Delle forti difficoltà riscontrate dalle imprese del terziario a trovare candidati per le posizioni lavorative aperte nel ramo dell’accoglienza, della ristorazione e dei servizi avevamo già parlato nell’articolo che potete leggere qui sotto e ora il focus è proprio sul settore del commercio e dei servizi alla persona.

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Per il periodo ottobre – dicembre sono previsti in entrata 3.360 nell’industria ma ben 7.510 nei servizi. Secondo l’indagine Excelsior di Unioncamere sono cercati 2mila lavoratori per i servizi alle imprese e 2.400 per servizi alle persone, ma ben 3mila nel commercio, ristorazione e turismo. In difficoltà soprattutto le imprese medio piccole che cercano dipendenti, i negozi e i bar, appunto.

Contrazione demografica

Le ragioni del mismatch sono diverse, ma riconducibili prima di tutto a una mancanza di persone con la qualifica giusta: si studia ma non nella direzione che serve al mercato del lavoro. Le qualifiche in assoluto più richieste sono quelle di livello secondario, di istruzione tecnica superiore, in particolare i periti di qualsiasi indirizzo.

C’è poi una contrazione demografica, i babyboomer si avviano alla pensione e i giovani sono sempre meno: il saldo demografico è negativo a -1.186, ma solo perché duemila stranieri si sono stabiliti a Como nel 2021. Senza di loro il tasso precipiterebbe a -3.829.

Terza ragione ma non ultima: la tipologia dei contratti proposti dalle aziende, prima ancora delle retribuzioni, che sono basse per tanti ma spesso inaccettabili nel caso dei giovani. Restano i contratti precari l’ostacolo più difficile: impossibile costruire un progetto di vita senza una prospettiva e una certezza. A Como, per le assunzioni previste entro fine anno, è prevalente la proposta di contratto a tempo determinato, costituisce il 64% dei contratti nel turismo a fronte del 17% di contratti a tempo indeterminato. La percentuale arriva al 74 % di contratti a tempo determinato per i servizi alle persone. Altro grande settore dove mancano operatori e il loro fabbisogno è destinato ad acuirsi nel tempo. E i primi a mancare sono propri i medici.

Secondo l’esperienza di La Med - Medicina del Lavoro, servizio per la gestione delle problematiche aziendali nell’area della medicina del lavoro, la mancanza di medici del lavoro è acuta ed estesa. La struttura segue 7mila visite mediche all’anno nel settore imprese sia sul territorio comasco che nazionale attraverso collaborazioni dirette con i medici competenti e attraverso altre analoghe società di servizi. «Il problema è identico anche in altre province - osserva la titolare Camilla Franzoso - il numero necessario di medici competenti per numero di aziende e popolazione lavorativa è ampiamente insufficiente». Si tratta di un lavoro che comporta circa 120 visite alla settimana considerando una media di 30 al giorno alle quali si aggiunge la burocrazia che compete al ruolo.

Per quanto riguarda invece i servizi alle aziende, nel caso di Sicuritalia Ivri, con 1.350 operatori tra le province di Como, Lecco e Monza-Brianza, ci sono oggi, solo in Lombardia, oltre 200 posizioni aperte, di cui oltre 50 tra Como e Brianza. Si ricercano guardie particolari giurate per le pattuglie diurne e notturne e nelle centrali operative attive h24 ma anche, è un esempio, per la sorveglianza a Malpensa. Difficilissimo trovare persone disponibili ai turni notturni e che siano anche competenti, che sappiano l’inglese e abbiano capacità relazionali adeguate.

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