Como: il mistero
dei “niet” a Parolario

Continuiamo così, facciamoci del male. Ma se qualcuno può anche ignorare l’armonia dolciaria rappresentata dalla torta Sacher di cui Nanni Moretti fa ampio sfoggio nel film Bianca, si resta allibiti di fronte alla reiterata incapacità degli amministratori comunali di Como di comprendere quale valore aggiunto rappresenti per la città, il suo prestigio e la sua immagine una storica rassegna culturale come Parolario.

Un mistero per nulla buffo. Reduce da un’edizione tribolata negli spazi troppo angusti di Villa Gallia con il pubblico assiepato in

giardino durante gli appuntamenti di maggior richiamo (e non sono pochi), gli organizzatori della manifestazione si sono sentiti dire dall’assessore alla Cultura, Luigi Cavadini, che, anche per l’anno prossimo, dovranno arrangiarsi perché Villa Olmo non sarà disponibile né per Parolario né per Miniartextil. Sullo sfondo sembra stagliarsi la sagoma di Tafazzi, quel personaggio di Giacomo, del celebre trio con Aldo e Giovanni che aveva come missione nella vita quella di percuotersi i santissimi con una bottiglia. E sapete perché Villa Olmo non sarà concessa a Parolario? Perché bisogna fare la terza grande mostra dedicata al tema della città, che, se fanno testo le due precedenti, presenterà ancora l’innegabile vantaggio di non rischiare l’incolumità dei gomiti per andare a visitarla. Va bene, il valore di una rassegna non è dato dal suo successo. Però, alla fine, di fronte all’ennesima replica della corazzata Potemkin, si rischia di risvegliare il Fantozzi che alberga in ciascuno di noi.

Quel che è paradossale, al Comune di Como è la presenza di un assessore alla Cultura finalmente espressione di quel mondo, ma che sta collezionando un gaffe dietro l’altra. Finora soprattutto in termini di comunicazione. Ma il niet a Parolario è un’implicita ed errata valutazione delle potenzialità culturali di una rassegna. Basta la scarsa propensione del bravo Luigi Cavadini a confrontarsi con le litanie e le curve della politica a spiegare il voltafaccia a Parolario dopo la pubblica assicurazione per cui Villa Gallia sarebbe stato un ripiego provvisorio, solo per il 2014, mentre con l’edizione successiva le cose sarebbero tornate al loro posto e Parolario a Villa Olmo? Perché ci sarebbe anche questo impegno disatteso a pesare sul tormentato rapporto tra la manifestazione e l’amministrazione guidata da Mario Lucini. Quest’ultimo ha sempre preso le parti di un assessore spesso esposto a venti di bufera legate soprattutto ai numeri di visitatori delle due grandi mostre finora organizzate a Villa Olmo. Anche questa volta, a quanto pare, è intenzionato ad avallare le scelte di Cavadini. Ma quello che la città, e tutti coloro (non pochi) che almeno una volta hanno assistito a uno dei tanti eventi della rassegna avrebbe diritto di conoscere qual è la ragione dell’ostracismo nei confronti di Parolario.

E se per caso la manifestazione decidesse di emigrare (non farebbe fatica a trovare braccia pronte ad accoglierla) chi risponderebbe di una simile perdita per Como?

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@angelini_f

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