Il Turismo sul Lario
cala due assi

Se a Como c’è qualche “salame dai capelli verderame” può anche smettere di piangere. La citazione è di uno dei brani più canticchiati dei tanti della coppia Battisti-Mogol. La stessa canzone che parla di un “tuffo dove l’acqua più blu”. Adesso, se le rilevazioni dell’Asl confermeranno quelle della Goletta Verde di Legambiente, il Lario potrà sfoderare un altro atout nel settore turistico, quello, tanto per restare in tema delle “acque azzurre, acque chiare” in cui potersi immergere senza il rischio di contrarre perniciose malattie. Addirittura si potrebbe fare il bagno nell’area del Tempio Voltiano, lì dove il Cosia incontra il lago. Avete presente? Lo stesso Cosia che fino a qualche anno fa era uno degli emblemi dell’inquinamento, il torrente dai colori che cambiavano a giorni alterni. Altri tempi. Ma anche questa mutazione dei nostri corsi d’acqua testimonia i progressi che sono stati fatti con la consapevolezza per cui l’ambiente oltre a essere qualcosa da tutelare per i nostri figli e i nostri nipoti, rappresenta anche una risorsa economica.

E la foce del Cosia certificata come cristallina potrebbe simboleggiare anche il passaggio del testimone di un’economia comasca meno manifatturiera (o meglio manifatturiera di qualità) e più turistica. Con un amico in più. Quel lago che non è solo da ammirare, al netto dell’orribile e dannato cantiere, ma ancora di più da vivere.

Lo specchio d’acqua a cui alcuni comaschi, proprio con l’agghiacciante film horror delle paratie, hanno dimostrato di non volere proprio bene. Per fortuna lui non serba rancore e ha deciso di fare un altro regalo alla città e ad altri comuni rivieriaschi.

“Eppur mi son scordato di te”, dicono ancora Battisti-Mogol. E noi ci eravamo scordati del lago. Avevamo dimenticato che i nostri nonni e i nostri padri magari avevano appreso i primi rudimenti dell’arte natatoria nelle acque del primo bacino.

Si pensava che quell’epoca non sarebbe più tornata, anche se questo resta uno degli obiettivi dell’attuale amministrazione comunale che adesso è il caso di ritirare fuori da sotto la pila delle altre pratiche più urgenti in cui è finito. Perché l’idea di una spiaggia, di un lido cittadino con accesso al lago è proprio uno dei tasselli che mancano per un’offerta turistica completa.

Un sogno? Forse. Ma vale la pena crederci. Per garantirsi un futuro migliore. Del resto, un’altra buona notizia inattesa giunta ieri, può indurci all’ottimismo. Un altro asso da giocare per il turismo sul Lagio. La strada Statale 340, nota anche come Regina, è stata incoronata sul serio. Quella che per chi la deve percorrere ogni giorno per ragioni professionali è una croce, si è trasformata in delizia per i turisti. Grazie, scusate il gioco di parole, alla grazia e alla magnificenza del paesaggio che offre è stata segnalata, attraverso i navigatori Tom Tom, fra le tre più apprezzate d’Europa al pari addirittura dell’Atlantic ocean road, bellezza pura norvegese, e dell’altrettanto affascinante Estoril ocean drive in Portogallo. Mica paglia, eh.

Ma anche per la Regina, così come per il lago non bastano le pacche sulle spalle, gli attestati di stima e magari anche qualche pulsione masochistica. Il bello va agevolato. Se il merito delle acque più blu è soprattuto delle opere di depurazione realizzate, anche l’attesa, ma proprio da tanto tempo, variante Tremezzina s’ha da fare. Dice: ma come così chi passa non potrà più godere la poesia del panorama poiché si troverà chiuso nelle gallerie. E invece no. Perché la variante servirà a chi usa la strada per lavoro e la vecchia affascinante signora Regina con le sue amabili rughe sarà a esclusiva disposizione di chi vorrà godersela. Ci penserà forse il Tom Tom a instradarlo. La canzone di cui sopra dice anche “Lei era bella, però”. Eh sì.

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