La destra comasca
riparte da Genova

Genova per loro. Il risultato delle elezioni regionali in Liguria, con la stampella di Toti che, con una campagna lampo ha buttato giù il governo di centrosinistra, sembra aver ringaluzzito il depresso fronte moderato comasco, che si è già messo in moto per le elezioni comunali 2017 (il centrosinistra è già avanti ma non è detto che sia un vantaggio). A spoglio per le Regionali concluso, infatti, Alessandro Fermi, ponderato coordinatore provinciale di Forza Italia, si è sbilanciato con un’affermazione spavalda: «Possiamo riprenderci Como». Poco prima, però, Nicola Molteni, salviniano, freschissimo sposo e dominus della Lega lariana aveva avvertito che le scelte dei nomi da candidare dovranno essere appannaggio del Carroccio, indiscusso vincitore a livello nazionale (anche se nel Comasco ha lasciato sul campo la roccaforte di Turate). Non è detto che le posizioni di Fermi e Molteni siano incompatibili, anzi. Nel centrodestra è chiara la consapevolezza che presentandosi divisi si fa il gioco dell’avversario. E se una parte dell’estabilishment più moderato potrebbe storcere il naso di fronte a un’alleanza con il Salvini anti euro, la prospettiva di un accordo locale per mandare a casa Lucini o un altro esponente del centrosinistra sarebbe senz’altro più digeribile. Del resto, in Liguria, Veneto e altrove, Lega e Forza Italia insieme hanno portato a casa il risultato. Resta il nodo delle candidature. Il Carroccio, che punta alla guida della coalizione, rivendica la scelta. Ma potrebbe accontentarsi dell’investitura degli aspiranti sindaci di due comuni dove i lumbard sono più radicati rispetto al capoluogo come Cantù ed Erba. Nicola Molteni, che ci ha già provato senza fortuna, parrebbe pronto per la città del mobile. Nell’altra (dove Marcella Tili, esponente forzista concluderà tra due anni il suo secondo mandato) potrebbe essere lanciato Eugenio Zoffili, salviniano doc come il parlamentare. Nel capoluogo, dove la Lega (commissariata proprio da Zoffili), in attesa di veder crescere nuove leve, esprime un gruppo dirigente ancora bossiano, il Carroccio potrebbe accettare il metodo Toti, un candidato sindaco espressione di Forza Italia o di un’altra branca del centrodestra come Fratelli d’Italia, in attesa di capire le mosse del movimento Italia Unica del comasco Corrado Passera). Anche per palazzo Cernezzi gli aspiranti non mancano. Anna Veronelli, consigliere ed ex assessore comunali lancia già segnali più cje di fumo. L’essere donna, però, potrebbe rappresentare un problema poiché nel 2012 fu un’altra esponente del gentil sesso, Laura Bordoli a sfidare Lucini. Un altro nome che corre di bocca in bocca è quello del sempremaicandidato Paolo De Santis. Le sorprese potrebbero essere rappresentate da Enrico Gelpi, anch’egli ex assessore di Forza Italia, o magari da Alessio Butti, un nome, quello dell’ex senatore a cui sarebbe difficile dire di no. Una cosa è certa, anche se al voto mancano due anni: quella del sindaco di Como sarà un’elezione meno scontata di quanto si poteva prevedere fino a poco tempo fa.

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@angelini_f

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