Lariopolda a Como è già
campagna elettorale

Hanno scelto di farsi notare di più andandoci e restando in disparte. A Villa Olmo c’era praticamente tutto il Pd, salvo Chiara Braga, assente per motivi di fiducia. E questa è la prima notizia. La seconda che alla Lariopolda si è parlato molto, in maniera interessante e costruttiva di alcuni dei temi più importanti del territorio comasco e del suo futuro e niente di politica. Almeno sul palco degli oratori.

Insomma, l’iniziativa promossa da Alberto Gaffuri, renziano e forse aspirante renzino comasco, sindaco di Albese trombato seppure per pochi voti (non se la prenda, la

citazione è aulica: “Amici miei atto II” , architetto Rambaldo Melandri) alle elezioni per la Provincia ha ottenuto il risultato sperato. Far discutere Como di Como, proporre idee più o meno nuove che non fa mai male.

Poi però come sempre ci sono gli effetti collaterali. Quelli legati al Pd (che appunto “mi si nota di pù se vado, se non vado o se vado e resto in disparte”, questo è il Nanni Moretti di “Ecce Bombo”) e quelli relativi alle prospettive politiche di una città e di un territorio che dopo aver guardato a destra per anni si è sono svegliati una mattina di maggio per scoprire di essere diventati di sinistra almeno al 40% (al netto, ed è un bel netto delle astensione). Le Leopolde anche declinate in salsa lariana dovrebbero servire per contribuire a consolidare questa montagna di consensi alquanto a rischio frana. Magari suggerendo al Pd che non basta stare fermi sotto l’albero ad aspettare che maturino le nespole.

Poi ci sono le ambizioni personali, i rapporti interni, quella quota di autoreferenzialità che nella sinistra comasca e non si fa mai negare, i desidersi di rivalsa di chi attribuisce le proprie sconfitte ai coltelli fraterni. E anche una campagna elettorale per palazzo Cernezzi che, nonostante manchino più di due anni al voto è già partita. Senza stare tanto a girarci attorno c’è una parte di Pd che non è così convinta di un Lucini bis e che magari pensa a equilibri politici più avanzati, come si diceva ai tempi della Prima Repubblica quando arrivava il momento di cambiare i cavalli. Perché il Pd di Renzi guarda sicuramente più verso il centro rispetto alla maggioranza che governa il Comune di Como. Alla lunga (e neanche tanto alla lunga) questo aspetto potrebbe pesare. Ma non è detto che debba sfociare in nuove aggregazioni politiche, magari in forze politiche rinnovate (che non è la stessa cosa) sì-

Insomma i giochi sono tutt’altro che fatti. Dopo giorni di mormorii sull’approccio del partitone (almeno come voti) alla Lariopolda, la presenza in forze del Pd è certo un efficace silenziatore.

Ma non va dimenticato che le varie Leopolde fiorentine e renziane hanno determinato nel sistema politico italiano dei terremoti mica da ridere e sotto le macerie sono rimasti Bersani, Letta e persino Berlusconi ad oggi imbrigliato nel patto del Nazareno. Nel suo piccolo anche la Leopoldina lariana qualcosa potrebbe provocare. Anche perché, sempre restando in “Ecce Bombo”, ieri c’era qualcuno che ha deciso di non andare. E forse si è fatto notare di più.

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@angelini_f

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