«Lungolago, non ci fermeremo»
Ma il debito supera i 200 milioni

Messaggi positivi dal Veneto: «Non solo cercheremo di mantenere tutte le commesse e i cantieri già attivi, ma proveremo anche a partecipare a nuove gare, visto che la procedura ce lo consente».

COMO Messaggi positivi dal Veneto, da Treviso e da Venezia, i due capoluoghi sul cui asse si gioca il destino di Sacaim, la società cui, come noto, è affidato il cantiere comasco per la realizzazione delle paratie a lago. Ieri ha parlato Sante Casonato, il commercialista trevigiano che con l'avvocato Diego Manente ha steso il piano di ristrutturazione e risanamento dell'azienda: «Non solo cercheremo di mantenere tutte le commesse e i cantieri già attivi, ma proveremo anche a partecipare a nuove gare, visto che la procedura ce lo consente. Questo per spiegare il senso della procedura di amministrazione straordinaria che il tribunale ci ha accordato... È davvero una procedura innovativa con pochi precedenti in Italia, la cui finalità, come ho detto, non è quella della chiusura ma di un risanamento».
In un quadro finanziario delicatissimo, con una esposizione debitoria nei confronti delle banche superiore ai 200 milioni di euro, Casonato unisce la sua voce a quella dell'avvocato Marco Cappelletto, commissario nominato dal ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani, al quale spetterà il ruolo di timoniere e che già aveva garantito la prosecuzione dei lavori sul lungolago («non c'è motivo perché il cantiere si fermi»).
«La proposta che abbiamo presentato con l'avvocato Manente - prosegue Casonato - prevede di dare continuità al lavoro, con vantaggi che prima non c'erano, a partire dalla cristallizzazione del debito. È chiaro che il tutto andrà sottoposto all'attenzione del commissario, ma siamo convinti che i presupposti per uscire dalla crisi ci siano tutti».
«Per i cantieri non c'è risoluzione, anzi. La tutela ministeriale offre garanzie ulteriori anche sotto questo punto di vista. Ai comaschi dico che possono stare tranquilli».
L'ottimismo che Sacaim riversa sui suoi clienti, ivi compreso il Comune di Como, poggerebbe anche su alcun scelte del tribunale di Venezia, che ha per esempio escluso altre strade più tradizionali, adottate nel caso di grandi società sull'orlo del fallimento, come accordi di ristrutturazione o di concordato, e che ha emesso alcuni provvedimenti d'urgenza destinati ai fornitori, il cui debito è cristalizzato, e che dovrebbero comunque proseguire il proprio rapporto con Sacaim.

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