Caro-case e lavoratori in fuga: «Rivedere la politica dei prezzi»

La denuncia Molte le categorie di lavoratori che a Como non possono permettersi di pagare un affitto a causa dei prezzi troppo alti

Non solo infermieri e autisti, sono molte le categorie di lavoratori che a Como non possono permettersi di pagare un affitto a causa dei prezzi troppo alti. Dipendenti comunali, postini, insegnanti, attori e operai, così come infermieri e autisti, in molti casi finiscono per non firmare i contratti e scelgono altre destinazioni più economiche.

«È un problema per le assunzioni negli enti locali, anche per Palazzo Cernezzi – dice Alessandra Ghirotti, segretario della Funzione pubblica della Cgil Como – gli affitti hanno prezzi abnormi, sono molto cresciuti negli ultimi anni in una città che come la nostra è sempre più turistica. Di contro invece gli stipendi non sono aumentati e il potere d’acquisto di questi professionisti è diminuito. E’ così per i funzionari del Comune, i postini, i docenti delle scuole e i sanitari degli ospedali. Dobbiamo ripensare i nostri spazi abitativi o perderemo delle professionalità».

Gli attori che arrivano al Sociale per mettere in scena per una settimana o dieci giorni i loro spettacoli hanno lo stesso identico problema. Non possono permettersi di pagare un bed and breakfast. «La nostra città sempre meno manufatturiera ha convertito parte del patrimonio abitativo e l’ha destinato al turismo – ragiona Claudio Bocchietti, presidente di Confedilizia Como e membro del consiglio d’amministrazione del teatro Sociale – l’uso turistico del resto rende di più anche se è impegnativo da gestire. La conseguenza è che si fatica in centro a trovare sistemazioni per la classe lavoratrice».

Vero è che il turismo, secondo Bocchietti, offre anch’esso lavoro a tanti comaschi, ma per la manodopera che arriva da fuori il caro casa è un vero ostacolo. Anche per gli studenti fuori sede una realtà come lo Iath di Cernobbio sta cercando soluzioni abitative per i suoi allievi. La stessa necessità ce l’ha la Como Lake School che organizza al Grumello dei corsi per ricercatori internazionali.

«Il problema è oggettivo – dice Francesco Molteni, presidente di Ance Como – come costruttori vorremmo promuovere insieme agli enti pubblici nuove soluzioni di rigenerazione urbana da destinare ai lavoratori. Servono meccanismi premiali per incentivare i proprietari e gli operatori che mettono a disposizione alloggi per professionisti e dipendenti a canone calmierato. Tanti professionisti con stipendi deboli altrimenti non riescono a inserirsi nella città di Como. La fascia di mercato c’è, la domanda è alta, ma la politica dei prezzi va rivista. Non tutto può essere destinato al solo comparto turistico».

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