Dalla Regione incentivi ai medici territoriali: «Ma servono giovani»

Sanità Palazzo Lombardia ha destinato 15 milioni per i dottori in zone disagiate e per l’assistenza. Spata: «La situazione attuale però resta molto grave»

La Regione firma un accordo con i medici con 15 milioni d’incentivi. I camici bianchi ringraziano, ma per salvare la medicina territoriale e coprire i pensionamenti servono nuove energie.

L’accordo

L’assessorato al Welfare e le organizzazioni sindacali hanno sottoscritto un accordo per incentivare per esempio i medici ad operare nelle aree più distanti e disagiate e per assistere i pazienti rimasti senza un medico curante.

«Inoltre, per i pazienti a cui non è possibile assegnare un medico, l’accordo prevede la possibilità di attivare nei giorni diurni feriali degli ambulatori medici temporanei, con ulteriori fondi per l’assunzione del personale di studio». Ci sono fondi per la partecipazione alle campagne vaccinali, alle iniziative di screening e di prevenzione. Altri incentivi mirano alla costituzione di «associazioni territoriali» dove i medici pur rimanendo nei loro ambulatori possono collegarsi per seguire meglio tutti gli assistiti. La Lombardia, ha spiegato l’assessore Letizia Moratti, ha voluto fare questo passo avanti, mentre invece un simile accordo è mancato a livello nazionale in seguito alla caduta del governo.

«I medici oggi sono pochi e nei prossimi anni saranno ancora meno visti gli imminenti pensionamenti. Anche a Como città»

Di contro i rappresentanti della Federazione italiana medici di medicina generale fanno sapere di aver firmato l’accordo «per senso di responsabilità». «Purtroppo siamo ancora molto lontani da una riorganizzazione della medicina territoriale – dice Massimo Monti, segretario provinciale della Fimmg - che la renda capace di dare risposte efficaci ai pazienti in maniera omogenea su tutto il territorio regionale». Serve per i medici un salto di qualità, soprattutto per sopperire alla grave carenza di personale. «Bene i nuovi stimoli per incentivare le nuove leve – commenta Gianluigi Spata, il presidente dell’Ordine dei medici di Como – ma temo che un accordo regionale pur con tutta la buona volontà non possa cambiare la grave situazione attuale. I medici oggi sono pochi e nei prossimi anni saranno ancora meno visti gli imminenti pensionamenti. Anche a Como città». Ecco una possibile ricetta secondo Spata. «Oltre agli incentivi economici per fare fronte ad affitti, personale e bollette bisogna ricostruire la formazione dei laureandi – dice il dottore comasco - circa 150 borse per la medicina generale lombarda sulle 750 disponibili oggi vanno deserte. Più giusto assegnare borse di studio con una remunerazione pari a quella data per le altre specialità mediche».

Meno burocrazia

E aggiunge: «Inserendo, come spesso già facciamo, subito i giovani negli studi associati. Le nuove case di comunità possono essere un buon collegamento tra medici e ospedali. Ma bisogna anche dare modo agli ambulatori dei medici di fare spirometrie, elettrocardiogrammi, ecografie e diagnosi di base. Agire nel concreto per rendere più attrattiva una professione altrimenti troppo burocratica».

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