La bizzarra campagna elettorale estiva: tenersi aggiornati non è semplice, per alcuni la soluzione sono i programmi

Analisi Una corsa ai seggi sotto il sole d’agosto, con ulteriori elementi a complicare la situazione. Ecco come quasi trecento dei nostri lettori hanno deciso di informarsi sul tema elezioni

Quella in cui ci troviamo a vivere oggi è la prima campagna elettorale estiva dal 1919 e sicuramente la circostanza ha avuto e continuerà nei prossimi giorni ad avere un impatto sul modo in cui gli italiani si interessano e si informano sul tema elezioni. Come abbiamo raccontato nelle scorse settimane, non pochi sono stati i cittadini colti di sorpresa dalla caduta del governo Draghi. Naturalmente anche il contesto estivo non aiuta a farsi un’idea chiara di quanto stia succedendo ai piani della politica: il poco tempo messo a disposizione e il fatto che molti cittadini si trovino in queste settimane in vacanza, lontani da notizie, televisioni e giornali, complica la situazione.

L’affissionistica urbana

Spazi pubblicitari in città solo fino al 25 agosto

Ci sono poi anche altri dettagli che rendono questa campagna elettorale quanto meno inusuale. Per esempio, uno degli strumenti maggiormente usati dai partiti nei giorni precedenti alle elezioni sono da sempre gli spazi pubblicitari nelle città italiane. Questi possono essere utilizzati solo fino a 30 giorni precedenti alle elezioni che, in questo caso, significa fino al 25 di agosto. In effetti, se è vero che nelle ultime settimane non è mancata la presenza degli usuali cartelloni pubblicitari a scopo propagandistico, è vero anche che i primi 15 giorni di agosto sono quelli in cui parte dei cittadini si trova in vacanza, lontana da città e uffici. Mentre è proprio nell’ultimo mese prima delle elezioni che si giocheranno gli equilibri finali, a causa della prevedibile presenza di indecisi nel corpo degli elettori: a quel punto gli spazi pubblicitari cittadini non saranno più un’opzione percorribile per i partiti.

Un’alternativa che i partiti potrebbero prendere in considerazione nelle prossime settimane per aggirare la legge sulle affissioni statiche in città è quella di veicolare i propri messaggi politici e i volti dei propri rappresentanti sui cosiddetti “camion-vela” oltre che sui mezzi di trasporto pubblici che, in quanto dinamici, potranno ospitare i messaggi dei politici anche oltre il limite imposto dalla legge sugli spazi pubblicitari fissi.

Una delle vie più percorso per informarsi sulle elezioni: i programmi

Secondo un sondaggio che nei giorni scorsi abbiamo sottoposto ai nostri lettori invece la modalità preferita per orientarsi in vista delle elezioni restano i programmi elettorali. Pubblicati proprio nei giorni scorsi, spesso questi si caratterizzano per una generale vaghezza, ma permettono senza dubbio di farsi un’idea dell’orizzonte di pensiero e di azione che caratterizza i vari partiti.

Una strategia per potersi muovere all’interno di questi documenti, spesso non brevi - per esempio il programma di governo della Lega è composto da ben 202 pagine - è quella di muoversi per temi. Tra i principali temi che in molti stanno tenendo in considerazione ci sono l’ipotesi nucleare e le energie rinnovabili, flat tax e partite iva, reddito di cittadinanza, smart working, pnrr, potenziamento di sanità e istruzione, salario minimo e ius scholae.

In Italia è vietato dal 2000 trasmettere in televisione spot elettorali, pratica invece molto diffusa in altre parti del mondo. Le ragioni della legge, come molti ricorderanno, sono legate al fatto che negli anni duemila a correre in campagna elettorale c’era qualcuno che avrebbe goduto di un indebito vantaggio nel caso in cui la televisione avesse potuto ospitare messaggi elettorali. Silvio Berlusconi infatti, politico ed editore, avrebbe potuto ottenere grande risonanza con la liberalizzazione della propaganda politica in tv.

Un problema non problema per una campagna elettorale estiva come quella cui stiamo assistendo: con la maggior parte dei cittadini in vacanza, pochi sono coloro che si fermano davanti al piccolo schermo e anche il numero dei talk show in questo periodo è sensibilmente ridotto. Questo ha dirottato l’attenzione dei politici sui social, Twitter in particolare, dove spesso i toni utilizzati sono molto aggressivi, generando non raramente un senso di fastidio negli elettori italiani che assistono a questi battibecchi online. C’e stata anche qualche intrusione dall’estero poco apprezzata come quella del vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev, che ha invitato gli europei a «punire» in campagna elettorale i loro «governi idioti».

I testa a testa in televisione

A vivacizzare la situazione nel mese di settembre ci saranno due occasioni di confronto tra gli esponenti delle principali forze politiche in corsa sulla RAI. La sfida era stata lanciata negli scorsi giorni da Carlo Calenda, leader di Azione e rappresentante del “Terzo Polo”, a Giorgia Meloni, Giuseppe Conte ed Enrico Letta esortandoli sul Corriere a un grande confronto in tv.

La risposta di RAI alla proposta del leader di Azione è stata quasi immediata: il format si intitolerà “Il confronto”, si realizzerà su Rai1 e si tratterà di un dibattito elettorale comprensivo di ‘regole d’ingaggio’ definite punto per punto in modo da garantire ai protagonisti parità di condizioni coinvolgere gli spettatori in un confronto quanto più possibile approfondito. Le due date papabili al momento sono il 7 e il 15 settembre. Nel frattempo, mentre l’estate prosegue, ciascuno trova nuovi modi per tenersi vicino (o lontano) da una campagna elettorale tra le più bizzarre dell’ultimo decennio.

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