L’acqua dai monti non aiuta il lago: «Non abbiamo esperienza di casi tanto gravi»

Siccità Nonostante l’annunciato rilascio dai bacini alpini ieri il livello è sceso ancora fino a -37,2 - Mauri: «Situazione critica e resterà così per tutto luglio»

Il lago è quasi a secco, il maggior afflusso promesso si fa aspettare. Chiesta la deroga per scendere sotto ai 40 centimetri.

Una settimana fa l’altezza del lago era già critica, a meno 23,4 sotto allo zero idrometrico. Dopo sette giorni è sceso a meno 37,2 centimetri. Il volume d’acqua presente è calato da 24,7 milioni di metri cubi, già pochi, a soli 4,4. La media del dato storico conta oltre 200 milioni di metri cubi.

Trovato un accordo per 4 milioni di metri cubi con le società energetiche

A fronte di questa delicata situazione, vicini a quei 40 centimetri sotto zero oltre i quali occorre fermare i battelli, la Regione ha annunciato da domani un 40% in più dell’acqua versata dai bacini idrici alpini. Solo che già venerdì la tendenza del lago segnava chiaramente un maggiore svuotamento a valle rispetto all’acqua in ingresso portata dal fiume Adda. Dunque venerdì sera il presidente Attilio Fontana ha promesso quattro milioni di metri cubi da rilasciare nel nostro lago subito, tra ieri e oggi. Grazie a un accordo trovato con le società energetiche che devono comunque mantenere stabili le produzioni idroelettriche.

Nella giornata di ieri però il lago ha continuato a perdere, un milione e mezzo di metri cubi d’acqua in 12 ore, due centimetri in 24 ore. Lo stato d’allerta non è più segnato dal Consorzio dell’Adda con il colore rosso, ma in viola, la scala massima. In alcuni pontili il fondale si vede ad occhio nudo, le spiagge avanzano.

«La situazione è molto critica e rimarrà tale per tutto il mese di luglio - spiega Emanuele Mauri, il presidente del Consorzio dell’Adda – aperti i rubinetti dagli invasi alpini gli effetti sul lago si vedono dopo circa un giorno. I quattro milioni di metri cubi d’acqua promessi tra ieri e oggi ancora non si vedono e sono una quota minima visto che nel weekend le centrali in genere non turbinano e dunque non rilasciano acqua. Da lunedì comunque il nuovo accordo annunciato dalla Regione garantirà 1,6 milioni di metri cubi in media al giorno. E’ un bene, vista la mancanza di pioggia. Ma è un’autonomia sufficiente fino forse a fine mese o più probabilmente soltanto per i prossimi quindici giorni. A breve saremo di nuovo punto e a capo».

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Aperti i rubinetti dagli invasi alpini, gli effetti sul lago si vedono dopo un giorno

Il Consorzio da giorni sta «manovrando» per stabilizzare i livelli del lago, i rubinetti per l’agricoltura della bassa sono aperti per il 50% e a breve lo saranno al 40%. «Il settore agricolo fa già fatica – dice Mauri – ma per non scendere sotto ai 40 centimetri dallo zero idrometrico nel lago di Como siamo pronti a bloccare tutto». E nel caso a livello interregionale e ministeriale è stata chiesta anche una deroga per andare sotto ai fatidici 40 centimetri. «Sì, ma non possiamo avventurarci troppo oltre – spiega sempre il presidente del Consorzio – a meno 41 centimetri cambia poco, è vero, ma al di sotto le conseguenze sulla fauna ittica potrebbero essere critiche come sul trasporto delle imbarcazioni. Anche dovessero concederci una deroga non abbiamo esperienza di situazioni così gravi».

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Alcuni esponenti politici come pure alcune associazioni ambientaliste hanno chiesto una maggiore apertura degli invasi alpini. Dove però a sentire il Consorzio le risorse sono comunque ridotte. A lungo termine in montagna lo scioglimento di ghiacci e nevi senza nuovi depositi non è un fatto positivo. Il problema, urgente, è destinato ad aggravarsi.

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