L’Avis festeggia i suoi donatori: «Tocca anche ai giovani, ci aiutino»

Solidarietà La giornata del donatore, duecento premiati. Molti oltre le 120 donazioni

Il primo distintivo viene consegnato a chi dona il sangue almeno quattro volte. Ma ieri, nella sede Avis di Como in occasione della “Festa del Donatore”, ad essere premiati sono stati i cittadini che hanno raggiunto le 50, 75, 100 e 120 donazioni. Numeri che hanno meritato un caloroso applauso.

I premiati di ieri hanno superato i duecento, e di questi 43 avevano più di 100 donazioni, e 10 oltre 120. A spiccare le 149 donazioni di Antonio Meroni, le 153 di Mario Morstabilini e le 154 di Attilio Ciapessoni. Nell’ultimo anno i soci sono stati 5.300 con 12mila donazioni, mentre a livello provinciale 16.200 soci e oltre 30mila donazioni. Eppure sarebbe bello crescere ancora. Servirebbe un bacino più ampio, per poter permettere una buona alternanza, servirebbero più giovani che possano sostituirsi agli anziani.

La giornata è stata una vera festa, aperta dalle battute del sindaco Alessandro Rapinese e del consigliere regionale Sergio Gaddi che, con la candidata sindaco per il centrosinistra Barbara Minghetti, hanno preso parte a una campagna di sostegno dell’Avis con il motto “Divisi su molto, non sulla donazione di sangue”. Minghetti era bloccata nelle Marche per lavoro, Gaddi e Rapinese non hanno mancato di mettere in piedi un piccolo siparietto proprio sullo slogan: «Siamo chiaramente divisi su molto...», ha detto Rapinese. «Non su molto, su tutto», ha ribattuto Gaddi prima di prendere parte, con il sindaco e con il presidente di Avis Comunale Como Mario Botta, alla consegna dei distintivi ai donatori. Hanno partecipato anche i medici responsabili dei servizi trasfusionali di Sant’Anna (Maria Cristina Buonanno) e Valduce (Umberto Vaghi).

«È un momento molto bello – ha detto Botta - È un orgoglio anche avere testimonial così importanti per la nostra campagna. Voglio però anche ricordare tutto il lavoro che c’è dietro, anche da parte di volontari, e faccio notare come questa festa sia sempre molto partecipata, perché per i donatori è una giornata importante». «Siamo un gruppo eterogeneo – ha concluso Vincenzo Davì, presidente del Provinciale – Siamo una famiglia, una attività di singoli che trova compimento in un progetto corale».

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