Paratie inutili e dannose
Parola di giudice

Il gip nell’ordinanza di custodia cautelare«Dubbi su utilità pubblica e convenienza economica»

Le paratie sono «un’opera pubblica ancora oggi al centro di polemiche e discussioni che hanno anche messo in dubbio l’utilità pubblica e la convenienza e rimarcato la dannosità dell’opera sotto il profilo paesaggistico e urbanistico».

Lo scrive il giudice Maria Luisa Lo Gatto nell’ordinanza che ha disposto l’arresto dei dirigenti comunali Pietro Gilardoni e Antonio Ferro. Poche parole, quelle del gip, ma molto significative, perché potrebbero essere tradotte così: da otto anni siamo senza lungolago per colpa di un cantiere che non si sarebbe mai dovuto avviare. D’altra parte era stato lo stesso giudice, quattro anni fa, a sottolineare una prima volta «la dannosità dell’opera sotto il profilo ambientale», nell’accogliere la richiesta di archiviazione presentata dal pm Simone Pizzotti, titolare dell’inchiesta avviata dopo lo scandalo del muro. Di più: avanzava «sospetti di illegittimità» sull’atto amministrativo che fece partire tutto l’iter dell’opera, vale a dire «l’autorizzazione paesaggistica rilasciata dalla Regione nel 2000, con riferimento all’intero progetto».

Non è finita qui. C’è un terzo documento ufficiale, questa volta firmato dal presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone: nella delibera che boccia la terza variante predisposta da Comune e Regione scrive subito (a pagina 3, nel capitolo dedicato alla “descrizione delle opere”) che «i dati idrografici» evidenziano «una sensibile diminuzione della frequenza dei fenomeni di piena del lago» e che «l’altezza di piena più frequente è di pochi centimetri.

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