Record dei frontalieri
In Ticino: «È invasione»

Si accendono le polemiche sul nuovo aumento dei permessi. La Lega dei ticinesi: «Proprio ora che le aziende sono in crisi per il Covid»

La Lega dei Ticinesi alza (e di parecchio) il livello dello scontro lungo la linea di confine, parlando addirittura di «scempio provocato dalla partitocrazia che governa a Berna» - attraverso il domenicale “Il Mattino della Domenica” - per il nuovo record di frontalieri registrato al 30 settembre in Ticino.

I nostri lavoratori impiegati nel Cantone di confine al 30 settembre erano 74.199, dato che il domenicale leghista ha arrotondato a 75mila. «Un record che peraltro non arriva in un momento di boom economico, ma, a causa del virus, quando le aziende stanno chiudendo ed i posti di lavoro diminuiscono - ha scritto Lorenzo Quadri, direttore del settimanale e consigliere nazionale leghista -. Questa volta la crescita dei permessi “G” tra fine giugno e fine settembre è stata di ben 2.613 unità. Avanti così, nel giro di qualche settimana, si festeggerà il nuovo record di 75mila frontalieri».

La più grande industria lombarda

In realtà, il “Mattino della Domenica” non ha fatto che ribadire concetti noti ormai da tempo, peraltro in gran parte smentiti dai fatti e soprattutto da numeri e statistiche. Prova ne sia che ieri, a “La Provincia”, il segretario della Uil Frontalieri di Como, Roberto Cattaneo, ha fatto notare come «i frontalieri siano aumentati di 2.500 unità, mentre la popolazione lavorativa complessiva ha registrato un aumento di 4 mila unità. La differenza è costituita da posti di lavoro occupati da cittadini svizzeri o residenti. Si può quindi smentire la propaganda in chiave anti-frontalieri di alcune forze politiche ticinesi, in primis la Lega».

Uno dei concetti rimarcati ieri dal “Mattino della Domenica” è riassunto nel fatto che «grazie alla libera circolazione vengono assunti frontalieri a go-go. Di fatto, il Ticino è la più grande industria lombarda». E, nel suo lungo articolo al vetriolo, Lorenzo Quadri non ha mancato di porre l’accento anche sul tema del nuovo accordo fiscale tra Italia e Svizzera. «Il Belpaese non solo approfitta dell’invasione, ma ci prende per i fondelli. Prova ne sia che il nuovo accordo sulla fiscalità dei frontalieri non compare nell’agenda politica italiana, come annunciato dal consigliere agli Stati, Marco Chiesa», ha rimarcato il direttore del domenicale leghista.

Basta alla libera circolazione

Al nostro giornale Chiesa ha precisato che «la Svizzera a marzo andrà in Parlamento per discutere e votare il nuovo accordo fiscale, mentre l’Italia non ha ancora calendarizzato l’argomento neppure in sede di Commissioni parlamentari». È evidente che se da un lato la Svizzera sta pigiando sull’acceleratore, dall’altro il nostro Paese viaggia - quanto al nuovo accordo sulla fiscalità dei frontalieri e, non da ultimo, sul nuovo corso dei ristorni a Comuni e realtà di confine - con il freno a mano tirato. Dal “Mattino della Domenica” è arrivato infine un nuovo appello a dire “basta” alla libera circolazione. L’ennesimo spot elettorale di una vicenda ben più complessa del “Prima i nostri!” che Udc e Lega dei Ticinesi vanno ripetendo da anni.

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