Sant’Anna, ancora barelle nei corridoi
«E non danno informazioni ai familiari»

Impossibile ricoverare i pazienti e il reparto d’emergenza è intasato da giorni

Code e lunghe attese al Pronto soccorso, anziani lasciati sulle barelle da domenica. Protestano i familiari lasciati senza notizie e senza la possibilità di entrare.

Nel reparto di emergenza del Sant’Anna ieri pomeriggio erano presenti 84 pazienti, lettini e barelle anche nei corridoi erano tutti occupati. Impossibile da due giorni salire in reparto per la mancanza di stanze libere.

Il pronto soccorso di San Fermo ha una carenza di spazi fin dalla sua costruzione. Inoltre manca il personale e gli specialisti di tutti i reparti sono chiamati a coprire i turni. Anche al Valduce, negli ultimi giorni, il pronto soccorso è stato bloccato. Nel fine settimane più volte l’ospedale ha chiesto alle ambulanze di non portare più pazienti perché i reparti erano al completo. Un fatto che secondo l’Asst Lariana ha creato ripercussioni a San Fermo. Non ci sono motivi particolari per i quali i nostri ospedali siano in sofferenza. Il Covid, l’influenza, le operazioni chirurgiche da programmare e la corsa per recuperare il terreno perduto durante la pandemia. L’insieme di più fattori paralizza i pronto soccorso.

I parenti si lamentano anche per le scarse notizie circa la salute dei loro cari.

«Sono giorni in cui il Pronto soccorso dell’ospedale Sant’Anna registra 150 accessi medi giornalieri - osserva Asst Lariana, attraverso l’ufficio stampa - nella giornata del 14 marzo, gli accessi registrati sono stati 161. Per la maggior parte si tratta di pazienti anziani, pluripatologici e per i quali, a fronte della visita effettuata, si rende necessario un ricovero nel reparto di Geriatria, che a sua volta da giorni registra il tutto esaurito. Nell’ultima settimana, la situazione si è aggravata a causa del contestuale sovraffollamento dichiarato dalle altre strutture presenti in città. Per quanto riguarda la presenza di un accompagnatore all’interno del Pronto Soccorso, è concessa a tutti i pazienti non autosufficienti e disabili, d’intesa con il personale sanitario».

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