I coristi della Cavalleria
«Serate indimenticabili»

Dopo la terza rappresentazione, tempo di bilanci per l’opera “comasca”.

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Le tre serate della Cavalleria rusticana sono state, per la maggior parte dei coristi, una esperienza difficile da dimenticare.

Ora che tutto s’è chetato, che le luci dei riflettori si sono spente e che gli applausi del pubblico paiono già lontani, alcuni - con il ricordo ancora fresco - esprimono le loro impressioni.

Sarah Sternjakob verso la fine dello spettacolo, s’è presa il compito di correre verso i componenti del coro per annunciare l’assassinio di compare Turiddu. «Provare e riprovare lo scatto da centometrista per dire a tutti della morte di Turiddu, non è stata una cosa riposante - dice l’atletica signora, mamma di tre figli - Comunque è stata una fatica fatta volentieri, visto che il mio gesto è servito a rendere lo spettacolo ancora più vivo».

Tutti entusiasti

Stesso annuncio a piena voce, ma senza correre incontro ai coristi, è stato fatto da Debora Gaffuri. «Canto nel gruppo dei contralti e vengo dall’esperienza dello scorso anno con la Carmina Burana» dice l’annunciatrice della dipartita di Turiddu per mano di compare Alfio, che nella vita è insegnante di storia dell’arte al liceo di Erba - Questa volta però - sottolinea - c’è stato un pizzico di bellezza in più, in special modo nello spettacolo all’aperto».

Anche Francesca Liveriano è insegnante, come Debora Gaffuri e come tante altre coriste. Anche lei alla seconda esperienza dopo i Carmina Burana, commenta: «Arrivata a questo punto non c’è due senza tre». E pare proprio il caso di crederle.

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