Influenza, lo scandalo dei vaccini:
«Non basteranno per tutti i pazienti»

L’Ats scrive ai medici comaschi: dosi solo da metà dicembre e «non copriranno il fabbisogno» - Spata accusa la Regione: «Indecente, in mezzo a una pandemia siamo costretti a scegliere chi proteggere e chi no»

L’Ats scrive ai medici comaschi che «a seguito di un ritardo nella consegna» la seconda tranche dei vaccini antinfluenzali arriverà solo a metà dicembre e le dosi saranno meno del previsto tanto che «non potranno purtroppo soddisfare il fabbisogno iniziale». I medici aspettano ancora circa un terzo delle forniture e l’avviso inviato dall’Ats certifica il disastro combinato dalla Regione e dall’assessorato di Giulio Gallera. A ottobre l’obiettivo annunciato dai vertici della sanità lombarda era vaccinare tra il 70% e il 75% delle categorie considerate a rischio. Escludendo così il 30% dei cittadini che hanno diritto al vaccino gratuito in un anno reso delicatissimo dal Covid, circa 66mila comaschi. Ma nemmeno questo obiettivo verrà centrato.

«A seguito delle numerose richieste pervenute da parte di medici in merito alla disponibilità della nuova fornitura di vaccino per il completamento della campagna antinfluenzale – scrive Ats Insubria - è stato chiesto a Regione Lombardia di rappresentare la situazione allo stato attuale. La Regione con nota del 24 novembre ha definito la necessità di una ricognizione e ha precisato che a seguito di un ritardo di consegna da parte della ditta produttrice il vaccino mancante sarà reso disponibile nella seconda settimana di dicembre, nel quantitativo complessivo di 31.810 dosi per il nostro territorio (Como e Varese, ndr). Si dovrà quindi procedere a una rivalutazione del numero di dosi assegnate a ciascun medico rappresentate a ottobre. Si precisa fin d’ora che questi quantitativi non potranno purtroppo soddisfare il fabbisogno iniziale». Ai medici che sono subissati da mesi dalla richieste dei pazienti si chiede incredibilmente di «evitare sprechi».

Vista la penuria di dosi, è quasi certo che i cittadini sotto i 65 anni di fatto non verranno vaccinati, anche se tra gli aventi diritto stando agli annunci ci sono quest’anno anche le persone tra i 60 e i 64 anni, 38mila comaschi. Niente vaccino per i familiari dei malati cronici, niente per gli insegnanti, per i lavoratori pubblici, poche dosi per i donatori di sangue.

Insomma la Regione non ha comprato abbastanza vaccini, bisognava pensarci la scorsa primavera. Alcune cliniche private hanno la disponibilità di alcune dosi e le vendono a 65 euro al pezzo. Nelle farmacie sono introvabili.

Per l’Ordine dei medici di Como questa situazione è «inaccettabile», il presidente Gianluigi Spata si dice arrabbiato. Gli obiettivi della campagna vaccinale antinfluenzale, cruciale nell’anno del Covid, sono stati largamente disattesi. «Dovevamo arrivare almeno al 70% degli anziani vaccinati – spiega Spata – dicendo comunque di no a tre pazienti su dieci aventi diritto. Invece non arriveremo nemmeno a questo traguardo. Il risultato, indecente, esclude tutti i cittadini dai 60 ai 64 anni, a meno che non avanzino dosi, ma noi siamo schiacciati dalle richieste. In più le dosi mancanti arriveranno in netto ritardo. Nell’anno della pandemia abbiamo ripetutamente scritto alla Regione per preparare una forte campagna vaccinale. Non ci hanno ascoltato. L’Ats non specifica per quest’ultima tranche ridotta nelle dosi l’esatto taglio dei quantitativi. Ma noi medici aspettiamo ancora circa un terzo dei vaccini complessivi».

Sedute annullate, calendari da rifare, pazienti da ricontattare. «E siamo sempre noi a metterci la faccia – dice Spata – tocca a noi chiedere scusa alla gente che ci è rimasta malissimo perché non verrà vaccinata. La cosa peggiore di tutte adesso è dover scegliere chi vaccinare e chi no».

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