Sorpresa a Como
Il calo delle nascite si ferma

La conferma dagli ospedali provinciali: chiudiamo in pareggio, nonostante il trend negativo regionale (-6%). I neonati del 2019 sono (per ora) 3.519. Il primario del Valduce: «Contenti sì, ora servirebbe un nuovo baby boom»

Sorpresa: il calo delle nascite non è più in... calo. È quanto emerge dai dati diffusi dagli ospedali comaschi, in base ai quali, nei quattro principali punti nascite della provincia, i “risultati” di fine novembre erano sovrapponibili a quelli del 2018, consolidandosi così il lieve incremento dello scorso anno e interrompendosi il trend al costante ribasso del millennio.

In totale, a fine novembre, si sono registrate in provincia 3519 nascite contro le 3557 del 2018 (-1,1%). Al Sant’Anna e al Valduce i numeri sono quasi sovrapponibili, a San Fermo 1610 bambini rispetto ai 1618 dell’anno passato e nell’ospedale del centro città 1065 contro i 1068 del 2018. L’ultimo aggiornamento (a venerdì scorso) conta 1704 parti al Sant’Anna (contro le 1793 nascite del dicembre dello scorso anno). Al Valduce siamo fermi a 1130 bambini quando alla fine dell’anno scorso erano 1166. La flessione si registra al massimo a Erba, da 566 parti siamo passati a 539 sempre alla fine del mese di novembre. A Gravedona si contano 305 nascite: esattamente come nel 2018.

Nei punti nascita del Comasco si è sfiorato un lieve aumento subito dopo l’estate. A settembre il conto totale fece segnare un saldo positivo dello 0,2% e ad ottobre un + 0,5%. Ora bisognerà vedere come si chiuderà l’anno, ma se anche il segno alla fine dovesse rivelarsi negativo, Como e provincia perderebbero ben poche culle, percentualmente molto meno di quanto accade in Lombardia e nel resto dell’Italia.

«Sì, altrove la perdita percentuale dei neonati rispetto all’anno precedente è in media del 6% - spiega Daniele Merazzi, direttore al Valduce del dipartimento materno infantile nonché dell’unità operativa complessa di pediatria e neonatologia -; se i numeri dovessero confermarsi alla fine di quest’anno potremo quasi essere contenti. Certo non c’è una grande inversione di tendenza, del resto è difficile. Però almeno non continuiamo a perdere. E comunque resta accesa la speranza, la nostra società ha bisogno di nuove promettenti generazioni».

La generazione del baby boom è uscita dall’età fertile, le mamme sono poche nel nord Italia, dunque è improbabile che la macchina delle nascite riparta come nei decenni passati al ritmo di più di 5mila neonati all’anno nel Comasco. Anche l’apporto fornito prima della crisi economica dagli stranieri è calato. Il nostro territorio non è più economicamente attrattivo e gli arrivi sono diminuiti. Una volta messe radici le famiglie straniere tendono, anche per ragioni di busta paga, a fare un numero di figli minori rispetto a quanti ne facessero nei paesi d’origine.

© RIPRODUZIONE RISERVATA