
Cronaca
Venerdì 23 Settembre 2022
«Un paese più moderno e vicino alle famiglie. Meloni? si può battere»
L’intervista Enrico Letta: «Se Salvini approvasse la flat tax, vedremmo tagliati tutti i servizi pubblici essenziali per ripianare il buco di bilancio che si verrebbe a creare»

Segretario Letta, lei vede possibilità di rimonta da parte del centrosinistra? Tutti i sondaggi parlano di una netta vittoria del centrodestra con FdI a fare la parte del leone.
Assolutamente sì. Sono proprio i sondaggi a dirci che tantissime persone devono ancora decidere chi votare. In questi ultimi giorni di campagna, con la forza delle nostre idee sapremo dimostrare che abbiamo la ricetta giusta per il Paese: sviluppo sostenibile, sostegno a famiglie e imprese contro il caro bollette, lotta al cambiamento climatico, diritti civili e sociali, a partire da scuola, lavoro, salute e casa. La maggioranza delle italiane e degli italiani chiede proprio questo, un’Italia più moderna, più giusta, che non lascia indietro nessuno. Non è vera la narrazione secondo cui il Paese ha già sposato la visione oscurantista, di destra estrema, di Giorgia Meloni.
Lei ha detto che se Giorgia Meloni vincerà le elezioni sarà legittimata a fare il presidente del consiglio. Però poi parla di tutta una serie di rischi legati all’Europa e alle politiche di bilancio se dovesse verificarsi questa eventualità. Non c’è una contraddizione?
I risultati delle elezioni non si discutono. Al contrario di quello che fanno le destre in giro per il mondo, come i repubblicani di Trump amici di Meloni e Salvini. Accetteremo qualsiasi risultato uscirà dalle urne, perché è così che funziona una democrazia. Ma un governo non vale l’altro. Se Meloni si mettesse a rinegoziare il Pnrr, rischieremmo di perdere un’occasione storica per il nostro Paese. Se Berlusconi togliesse le sanzioni a Putin, resteremmo isolati dal resto dell’Europa, senza tra l’altro aiutare davvero i nostri cittadini. Se Salvini approvasse la flat tax, vedremmo tagliati tutti i servizi pubblici essenziali per ripianare il buco di bilancio che si verrebbe a creare. Queste sono scelte che fanno la differenza, e che non fanno gli interessi dell’Italia.
Pare che la partita decisiva si giochi al Sud, dove i 5Stelle potrebbero strappare voti decisivi alla destra. Il Nord non tocca palla in queste elezioni: è già tutto deciso?
No, non è tutto già deciso. Un buon risultato del Movimento 5 Stelle al Sud in realtà ci favorisce, perché rende contendibili collegi che prima non lo erano. È comunque la conferma del disagio profondo di un Sud che si sente abbandonato e si aggrappa al reddito di cittadinanza, che i 5Stelle stanno usando come bandiera. Noi al Sud ci siamo: per questo abbiamo lanciato la Carta di Taranto, il nostro piano strategico per il rilancio del Mezzogiorno. Ma anche il Nord riserverà sorprese: artigiani, commercianti, professionisti e imprenditori sono stati traditi dalla scelta di Lega e Forza Italia di far cadere il governo Draghi e non possono certo fidarsi di chi non ha mai sostenuto quel governo. Andremo meglio di quanto dicono i sondaggi: le nostre candidate e i nostri candidati stanno facendo una campagna elettorale straordinaria, in ascolto del territorio, delle famiglie, delle imprese.
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