La professione immobiliare: «il diploma non basta più»

L’intervista Maurizio Iori, responsabile della formazione di Fimaa Confcommercio su un profilo ad alta complessità

Con 14.200 imprese associate (di cui il 70% ditte individuali) per un totale di 45mila addetti Fimaa Confcommercio nazionale ha fatto degli investimenti in formazione per gli agenti immobiliari un pilastro fondamentale della propria attività.

Maurizio Iori, responsabile della formazione a livello nazionale, spiega i passi necessari per accedere nel miglior modo possibile a quella che definisce «una professione meravigliosa, da non intraprendere però se l’obiettivo primario è quello del guadagno facile. Oggi l’agente immobiliare da noi formato è sempre più qualificato».

Per un giovane quali sono le tappe di inserimento nella professione?

Serve iniziare con grande umiltà perché la nostra è una professione estremamente complessa. Il percorso ideale prevede di iniziare a lavorare in un’agenzia immobiliare, affiancando in prova per almeno sei mesi persone di esperienza e seguendole nei vari passi. Ciò va fatto una volta avuta l’abilitazione attraverso l’iscrizione al corso di formazione in Camera di Commercio, preparatorio all’esame. Il corso rilascia solo un attestato di frequenza, con cui ci si iscrive all’esame camerale. Si diventa così agente immobiliare. Si presenta dunque una Scia per l’inizio attività. A quel punto si decide se operare come società di persone o di capitali. E’ un lavoro che a livello primario prevede una buona capacità di empatia, perché la nostra è una professione che vive di relazioni e quindi è fondamentale la capacità di saperle gestire.

Considerando che si tratta di un’attività multidisciplinare qual è il titolo di studio più adatto per affacciarsi alla professione?

In effetti, fermandoci alla scuola media superiore si potrebbe pensare, da un certo punto di vista, a un istituto tecnico per geometri come requisito adatto: certo, andrebbe bene per la valutazione degli immobili, ma per tutto il resto? Oppure un liceo, certo, ma quando vado a fare corsi e spiego l’estimo i ragazzi, li trovo a digiuno del tema. Quindi come scuola media superiore i diplomi relativamente al nostro lavoro si equivalgono perché conta la formazione specifica che si farà in seguito. Ecco perché Fimaa a livello nazionale ha un seguito enorme nei corsi di formazione. Facciamo un webinar al mese, con oltre 17mila persone che hanno partecipato nel 2024. Oltre alle nostre dirette del venerdì alle 14,30 lasciamo la registrazione delle lezioni nell’area riservata del nostro portale in modo che siano consultabili all’occorrenza da parte dei nostri associati.

C’è uno spartiacque normativo fondamentale nel settore fra due leggi del 1989 e del 2001. Può spiegare?

Il profilo dell’agente immobiliare che si era iscritto nel 1989 (legge 39/89) già nel 2001 (legge 57) era totalmente diverso. Per quanto riguarda i giovani la situazione è cambiata tantissimo anche in senso puramente didattico. Proprio la legge 39/89 che ha disciplinato l’attività di mediazione è cambiata nel corso degli anni. L’attività di mediazione per coloro che non sono più giovani era regolata, in precedenza, da una legge del 1958 che prevedeva solo l’obbligatorietà di autorizzazione della pubblica sicurezza. La legge sulla mediazione del 1989 ha obbligato l’iscrizione all’apposito ruolo tenuto dalle Camere di Commercio, ma con alcune carenze, fra cui il fatto che per quanto riguarda che per l’iscrizione al ruolo non era necessario, in alcuni casi, partecipare all’apposito corso che successivamente è stato reso obbligatorio. Quindi c’era addirittura l’automatismo: chi era in possesso di una laurea in Economia e Commercio o in Giurisprudenza (e fin qui va bene), ma anche chi era in possesso di un diploma in ragioneria poteva essere iscritto al ruolo, senza fare il corso di formazione. E per chi si voleva iscrivere al corso per diventare agente immobiliare era sufficiente avere il titolo di studio di scuola media inferiore.

Quindi da un punto di vista formativo era necessaria la modifica di legge?

Sì, quindi si è arrivati alla legge del 2001 che, fra l’altro, ha reso necessario avere almeno il diploma di scuola media superiore, l’obbligatorietà del corso formativo, l’introduzione della polizza assicurativa e l’incompatibilità della nostra professione con altre tema, questo, cambiato nel tempo visto che è stata aperta la possibilità della nostra attività anche ai mediatori creditizi e, successivamente, agli amministratori di condominio. Ma lasciamo stare, quest’ultimo è un aspetto che ci porta in territorio politico.

Fimaa è dunque entrata in stretta relazione con le Camere di Commercio per i corsi?

Dal 2002 siamo entrati, come associazione di categoria, nelle Camere di Commercio, nella fattispecie, per quanto riguarda la nostra sede centrale, nella Camera di Commercio di Roma. Posto che ogni provincia ha il proprio percorso anche didattico nel corso di formazione, nel corso preparatorio all’esame camerale in quegli anni mancavano discipline fondamentali come il marketing e la comunicazione, così come era assurdo che nei corsi mancassero gli agenti immobiliari a portare aspetti pratici della professione. Ciò sebbene non mancassero materie importanti, quali diritto commerciale, amministrativo, civile, tributario, estimo.

Ci siamo dunque inseriti nelle Camere di Commercio per spiegare la professione ai futuri agenti immobiliari. I corsi standard prevedono, ad esempio, a Roma 150 ore, in Lombardia 220. A Roma abbiamo dunque fatto un corso parallelo di 30 ore in più per integrare con una formazione molto specifica, certamente guardando anche a un interesse anche associazionistico verso quelli che sarebbero diventati futuri agenti immobiliari.

E poi l’ingresso nelle università?

Sì, passo successivo è stato entrare nell’università, iniziando con un’università privata, la Link Campus, a Roma ma in un corso di laurea che era già in piattaforma e che si avvicinava di più ai nostri obiettivi formativi. Era il corso di laurea in Economia aziendale internazionale, privo però della parte urbanistica e dell’estimo. Abbiamo fatto una buona convenzione, ma non bastava, volevamo dar vita a un corso di laurea specifico e inedito: è nato così con l’università La Sapienza il corso in Economia della proprietà e del diritto immobiliare, corso online che abbiamo trasferito sul livello nazionale e che ora, al secondo anno, conta oltre 60 iscritti.

Quanto è difficile per un giovane coronare il sogno di una propria agenzia?

Ci sono più variabili. I tempi di realizzazione cambiano a seconda che un giovane, ad esempio, subentri a un’attività preesistente oppure se è pioniere. Oppure c’è il tema territoriale: Milano e Roma, ad esempio, sono più complesse rispetto a città di provincia. È comunque una professione meravigliosa, in grado di dare soddisfazione a un giovane che vuole programmare il futuro.

Nei corsi spiego sempre che se a muovere verso questa professione è solo un’idea di facilità di guadagno il consiglio è quello di lasciar perdere. La soddisfazione più grande è vedere un committente contento di aver venduto una casa e contento di pagare una provvigione all’agente immobiliare che lo ha affiancato.

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