Bentornato gran circo della politica

Finita all’improvviso la stagione dei tecnici e dei tecnocrati, la politica è tornata finalmente al timone del paese. Il momento è eccezionale e, quindi, i due schieramenti che si contenderanno la vittoria elettorale il 25 settembre hanno subito definito le rispettive agende che, come da tradizione, saranno imperniate su cultura di governo, assenza di demagogia, rispetto dell’avversario e, soprattutto, visione strategica del futuro.

Ad esempio il centrosinistra, supportato dai propri analisti di riferimento, che dicono pane al pane, hanno la schiena diritta e non guardano in faccia a nessuno, ha già dettato la linea, come sempre basata su argomenti freschi e di stringente attualità. E mascalzoni e farabutti e maiali e golpisti e squadristi e fascisti e razzisti e attenti al nuovo duce in gonnella e attenti alla marea nera pronta a sommergere il belpaese e attenti al vile attacco alla costituzione più bella del mondo, figlia del sangue della resistenza, ora e sempre, e al sacrificio della meglio gioventù e dei sindacalisti in distacco permanente effettivo, e giù le mani dai sacri diritti dei lavoratori, giù le mani dagli eroici compagni salatori di aringhe, giù le mani dagli eroici compagni acquafrescai, giù le mani dagli eroici compagni accenditori di lampioni, giù le mani dagli eroici compagni trapanatori di crani e dalla memoria imperitura di Pertini&Berlinguer, dal nuovo civismo arcobaleno di Mahmood&Maneskin, ma anche dalle lucciole di Pasolini, e poi, insomma, lo Stato dov’è? lo Stato cos’è? lo Stato non c’è!

E allo stesso modo, anche il centrodestra, supportato dai propri analisti di riferimento, che in quanto a spirito critico, verifica delle fonti, disprezzo della sciatteria e voglia di lavorare non prendono lezioni da nessuno, ha steso una piattaforma programmatica che dà risposte vere ed esaurienti alla grande voglia di destra liberale e libertaria che monta nel paese. E mascalzoni e farabutti e maiali e comunisti e pauperisti e toghe rosse e servi dei poteri forti e della casta e della trilaterale e della massoneria e del complotto demo-pluto-giudaico e dagli al negro e dagli al rom e affonda quel barcone e camel, barchetta e te turnet a cà e dagli ai degenerati e qui comandiamo noi e qui invadiamo l’Albania e qui ci riprendiamo Nizza e Savoia e giù le mani dalla Madonna pellegrina, giù la mani dalla lingua di Sant’Antonio e dagli a quelli delle terrazze, a quelli dei circoli snob, a quelli della Ztl, a quelli antropologicamente superiori, ai comunisti con il Rolex, ai radical chic, che a noi invece piace la gente, che ha sempre ragione, e quanto è brava la gente e quanto è saggia la gente e quanto è perfetta la sacrosanta gente benedetta.

E poi sarà spassoso vederli confrontarsi, questi nostri inimitabili statisti, questi nostri nuovi De Gasperi, sui più rilevanti temi economici, dove non mancheranno di coprirsi di ridicolo: adesso tassiamo tutti quelli che guadagnano più di tremila euro al mese, perché chi guadagna più di tremila euro è di certo un benestante, un privilegiato, un ricco, anzi un super ricco, perché la gente non ce la fa più, la gente è stufa, la gente non arriva alla quarta settimana. E invece no, facciamo il contrario, una bella flat tax perché così ci saranno più soldi per tutti e, d’altra parte, l’hanno già applicata con grande successo nel Congo Belga, in Abkhazia e poi in Licia, Dacia, Tracia e Cappadocia. E comunque, tutti in pensione a 60 anni, anzi no, a 55, anzi no, a 50, insomma, tutti in pensione subito, ma proprio tutti, ma proprio subito, e mille euro al mese alle casalinghe, anche se non residenti a Voghera, ora, immediatamente, tanto paga Pantalone, e un milione di posti di lavoro grazie allo stellone, anzi no, due milioni grazie alla green economy, anzi no, tre milioni nonostante la green economy e guai a chi tocca gli insegnanti, tutti di ruolo, all’istante, senza concorso e senza aggiornamento, ma anche l’evasione fiscale non esiste, un po’ come la mafia, è un’invenzione degli invidiosi, ma anche fulmini e saette su chi tocca il contante, che i nostri nonni, poverini, non sanno come si fa a usare il bancomat.

Ma non è finita, perché i due schieramenti andranno avanti a dividersi i pani e i pesci per tutta l’estate. Siamo noi i paladini dei taxisti e dei balneari e invece siamo noi i paladini degli statali e dei parastatali, ma siamo anche i paladini di quelli che occupano le case e non pagano l’affitto perché, in fondo, sono dei bravi ragazzi e invece noi siamo i paladini di quelli che non vogliono pagare le tasse sulla casa, manco una, e noi siamo quelli che, se vinciamo, in Rai ci mettiamo tutti i nostri e del resto chissenefrega, e lasciamo perdere Alitalia, che ci viene da ridere, e lasciamo perdere anche l’Ilva, che pure lì ci viene da ridere, e anche Trenord fa venire una grandissima voglia di ridere, per non parlare dei vaccini, che bisognerà sparare a chi non vuole vaccinarsi, ma anche, se vincono gli altri, a chi vuole vaccinarsi, che è tutto un complotto, sia di qua che di là, e voi siete amici di Putin e di Orban e dei cinesi e voi invece siete servi dell’ebreo errante, di Biden e dei banchieri centrali e bla bla bla. Tutto vero.

Per fortuna - ed è un gran sollievo - su tutto questo circo Medrano vigilerà, tignosa, claustrale e irreprensibile, la stampa italiana, che marcherà a uomo tutti i leader e che eseguirà implacabili fact cheking su tutte le loro promesse più o meno mirabolanti e permetterà quindi al lettore e all’elettore di formarsi un pensiero critico ed autonomo. Noi, cronisti tutti di un pezzo, intuiremo in anticipo il vincitore delle elezioni e non gli daremo tregua, lo incalzeremo, lo asfissieremo e, infine, a colpi di lingue, bave, salive, leccate di piedi, sdraiamenti, inginocchiamenti, piroette, saltimbanchi e torte in faccia lo inchioderemo con una domanda da fargli perdere il sonno: “Scusi, presidente Meloni (com’è umana, lei…), mi dà una spinta per entrare al Tg2?”.

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