Macerie e manovre
dopo il “no” di De Santis

Oggi e domani si vota per il sindaco e il consiglio comunale in 23 Comuni della provincia. Un succoso antipasto di quel piatto forte della prossima primavera quando toccherà a Como, Erba e altri centri (non è escluso Cantù in costante fibrillazione).

Nel capoluogo, dopo il gran rifiuto di Paolo De Santis a calarsi nei panni del Draghi “de ‘noantri” (o “de num” per stare nell’idioma locale), l’aria è diventata così elettrica da rischiare di sfociare nel corto circuito. Due parole su quella che doveva essere e non è stata la grande coalizione tra Pd, pezzi del centro, Fdi e magari Forza Italia, sapido laboratorio in cui creare un governo di alto profilo per la città guidato dall’imprenditore alberghiero già assessore comunale e presidente della Camera di Commercio. La prima: se si voleva emulare lo scenario romano sarebbe stato giusto non escludere a priori alcuna forza politica. Invece risulta che Lega e Cinque Stelle, tanto per dirne due, non siano stati consultati. La seconda: Mario Draghi opera senza alcuna tutela se non quella, costituzionale, del presidente della Repubblica. De Santis potrebbe anche aver basato la sua decisione sul rischio di un diverso divenire delle cose in riva al lago.

Ma ormai è andata e le scacchiere sono rimaste quelle tradizionali di partenza con centrodestra, centrosinistra, Cinque Stelle e altri. Tra questi ultimi spicca colui che potrebbe limitarsi a restare seduto sotto l’albero e aspettare che gli cada addosso un “nespolone” con all’interno la fascia tricolore: Alessandro Rapinese, titolare della lista civica più o meno omonima. Ora nella corsa con gli altri, il tignoso consigliere temprato da anni di opposizione spesso solitaria, si sente non già in pole position, ma addirittura vincitore e forse non a torto. Perché le scuderie avversarie sono invase delle macerie del caso De Santis. Nel centrodestra, dove la scelta per il candidato sindaco sembra essere ristretta al Landriscina bis o al lancio di Alessandro Fermi, neo leghista presidente del consiglio regionale, girano già carrettate di Citrosodina e Maalox per farli digerire, in particolare al dominus di Fratelli d’Italia, Alessio Butti, segnalato in palleggio con un amletico teschio. Il parlamentare però dopo il tentato inciucio, sia pure nella casta accezione civica, con il fronte avversario, non può più pretendere di dare le carte. Il centrosinistra, come nel Monopoli, è tornato al via, dove l’attendevano Adria Bartolich e in, in subordine, Patrizia Lissi, aspiranti sindache abbandonate ancor prima di essere state sedotte, più un altro paio di pedine che il segretario provinciale del Pd, Federico Broggi, terrebbe nella manica.

Il rischio concreto è che a gonfiare le vele del vascello pirata di Rapinese siano quei voti liberal democratici in uscita dal centrodestra a causa della fiacca, pasticciata e deludente esperienza del “Landrisina uno” a trazione leghista, che un centrosinistra troppo connotato verso la frangia più estrema non riuscirebbe a catturare. Lo scenario che molti pre figurano è un ballottaggio tra Rapinese e Landriscina o Fermi con il successo del primo anche grazie alla regola sempreverde in politica per cui il nemico del mio nemico può diventare mio amico.

Certo, il voto di oggi e domani, non tanto nei nostri borghi, quanto nelle grandi città potrebbe essere una sfera di cristallo gravida di novità, ma forse non così dirompenti da modificare più di tanto gli scenari locali.

Allora a chi vuole evitare il trionfo di Rapinese tocca inventarsi qualcosa, anche se, quando si tratta di creare formule nuove in politica, le tempistiche sono come le guepiere, sempre troppo strette. Forse, allora si potrebbe partire da ciò che c’è già, magari una lista civica come quella costruita cinque anni fa attorno alla candidatura, poi sconfitta di Maurizio Traglio. Chissà che se magari con qualche innesto di personalità mirate e non lontane dall’ambiente che gravita attorno a De Santis (che è tutt’altro di destra, come qualcuno a sinistra pretende di sostenere) possa nascere qualcosa in grado di deviare un destino per Como che non è detto sia proprio così segnato.

© RIPRODUZIONE RISERVATA