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Lunedì 21 Aprile 2025
Pippi Calzelunghe
Gli ottant’anni
di una bimba ribelle
Anniversari Non invecchia mai il celebre personaggio di Astrid Lindgren, icona di allegria e indipendenza
Contribuì a un profondo cambiamento dei costumi
«Sii più Pippi» e «Se sei molto forte, devi essere anche molto gentile». Potrebbe iniziare e finire qui il tributo agli 80 anni di Pippi Calzelunghe. Lo slogan creato per l’anniversario dalla Astrid Lindgren Company e la frase attribuita a Pippi racchiudono il senso della narrazione di Astrid per la figlia Karin Nyman.
Karin, classe 1934, è traduttrice letteraria ed è stata a lungo impegnata nella gestione dei diritti delle opere della madre, in testa quella di Pippi che dal 1945, anno della prima pubblicazione a quattro anni dalla prima stesura, ha cambiato la vita di molti bambini nella veste di amica stravagante, coraggiosa, sensibile e generosa.
Nata per caso
Pippi è nata per caso, avrebbe potuto essere altrimenti? Strampalata e bislacca è spuntata all’improvviso, quando Karin, che allora aveva solo 7 anni, pregava mamma Astrid di raccontarle una storia e poi un’altra e un’altra ancora. Astrid stava per finire le scorte di fantasia, quando Karin se ne uscì con un “raccontami la storia di Pippi Calzelunghe”. A confermarlo è proprio lei, Karin raggiunta in Svezia, vicino a Stoccolma dove vive. «Pippi apparve per la prima volta una sera del 1941 – racconta Karin – Io avevo 7 anni ed ero a letto malata (con la polmonite, nda), mi annoiavo molto, avendo vissuto molto prima che i bambini si divertissero con la tv, e imploravo mia madre di raccontarmi delle storie, una dopo l’altra.
Alla fine lei disse: “Ma cosa posso raccontarti di più?”. E io, in fretta, dissi: “Parlami di Pippi Långstrump!” (calzelunghe in italiano, nda). Stavo solo giocando con le parole, non vedevo niente davanti a me, ma mia madre probabilmente trovò il nome stimolante e iniziò a raccontarmele». Karin evidentemente aveva, come la madre, una fantasia frizzante che le fece trovare un nome così eccentrico e fortunato e, anche se non ricorda quale fu la prima storia di Pippi che la madre le raccontò, ha conservato, dice: «il dattiloscritto originale di Pippi che mi fu regalato per il mio compleanno nel 1945. La grafia stenografica originale (Astrid Lindgren scrisse in alfabeto stenografico l’originale di Pippi, nda) potrebbe essere conservata e reperibile nella nostra Biblioteca Reale, dove sono conservati alcuni quaderni di stenografia». In effetti l’originale stenografato da Astrid è conservato negli Archivi Astrid Lindgren a Stoccolma gestiti dalla Biblioteca Reale di Svezia e che contengono manoscritti, lettere e documenti originali della scrittrice. Karin è stata la miccia che ha fatto divampare il fuoco narrativo della madre, ma dice: «di certo non ho contribuito a inventare le storie di Pippi». Pippi da 80 anni rappresenta il desiderio dei bambini e delle bambine di far sentire la propria voce. «Che Pippi rappresenti il girl power è evidente – spiega Karin -. Molte donne della mia età testimoniano che Pippi ha dato loro il coraggio di farsi valere fin da bambine». Detto questo, sarebbe inesatto considerare Pippi un manifesto femminista.
Il bisnipote di Pippi Johan Palmberg, pronipote di Astrid Lindgren e che ha per nonna Karin Nyman, è il responsabile dei diritti per l’Astrid Lindgren Company che gestisce l’eredità letteraria della scrittrice. Per lui non è facile dire se Pippi sia voce del femminismo.
«Non credo che Astrid avesse una missione femminista, anche se ovviamente nella sua vita ha avuto una visione molto chiara sul ruolo delle donne – spiega Johan -. Per lei, era molto più una questione di libertà e diritti dei bambini, indipendentemente dal genere. Perché Pippi ha ciò che tutti i bambini sognano: essere completamente indipendenti dalle regole che gli adulti impongono. Grazie alla sua forza, ai suoi soldi e alla sua personalità, può fare quello che vuole nel mondo. E può mettere in discussione l’autorità degli adulti sui bambini, che spesso è ingiusta. Credo che il suo obiettivo principale fosse semplicemente intrattenere, prima sua figlia Karin, mia nonna, e poi i bambini in generale. L’attenzione principale era sul divertimento. Ovviamente, siccome Astrid era chi era, le sue idee si sono riflesse nel personaggio.
Impegno
Più avanti si è impegnata anche politicamente e ha parlato di molti argomenti, ma la sua priorità era sempre difendere i diritti dei bambini». Johan vede Pippi come una di famiglia e gestendone ogni aspetto di business la conosce benissimo, ma non si è mai sentito vincolato da lei, icona della libertà.
«Lavoro anche con l’icona Pippi e con i diritti sulle sue storie, e vedo cosa ha significato per le persone in tutto il mondo. Credo che quello che colpisce di più sia la sua capacità di reinventarsi e di farci guardare il mondo in un modo leggermente diverso: penso che questo sia molto divertente. Non sento alcun peso per essere legato a Pippi. Anzi, è stato qualcosa di molto positivo nella mia vita. Ma ovviamente è una grande responsabilità.
Questi personaggi significano molto per le persone di tutto il mondo, quindi non voglio fare qualcosa che possa risultare sbagliato». Pippi non è l’unica protagonista della narrativa della Lindgren visto che, come ricorda Johan «dopo Pippi, Astrid ha creato un altro personaggio, Emil, per mio padre, per calmarlo quando era piccolo. Quando aveva tre anni – spiega Johan che aveva 12 anni quando la Lindgren è morta nel 2002 -, ha iniziato a raccontargli storie su Emil per tranquillizzarlo. Ma al di là di questo, scriveva principalmente per sé stessa e per divertirsi. Non testava le sue storie sui bambini intorno a lei. Io ho ricordi di quando ero bambino e imparavo a leggere: prendevo i suoi libri e li leggevo ad alta voce, anche senza capire bene le parole. Lei rideva nel sentire i suoi stessi libri letti da me».
L’eredità lasciata da Pippi fa sentire tutti parte della sua famiglia, benché dicesse di non averne una: «è un lascito immenso – conclude il suo bisnipote -, difficile da definire. Pippi ha cambiato la cultura della letteratura per bambini. Ha mostrato che i libri per bambini devono essere pensati per loro, senza preoccuparsi troppo di quello che pensano gli adulti. È diventata un’icona per molti e anche se Astrid non aveva un obiettivo specifico, Pippi è diventata un simbolo della forza delle bambine». Secondo Johan, gli 80 anni di Pippi devono essere l’occasione per ricordare i suoi messaggi ai bambini: «il primo è l’accettazione delle persone che vedono il mondo in modo diverso e che infrangono le regole, un bel messaggio. Il secondo è una frase meravigliosa che Astrid ha scritto: “Se sei molto forte, devi essere anche molto gentile.” Credo lo si debba ricordare sempre».
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