Emergenza casa. Nuovi bandi per i lavoratori

Il caso Aler potrebbe mettere a disposizione 25 alloggi da affidare direttamente alle associazioni datoriali - La moneta di scambio: i costi per le ristrutturazioni

Case per i lavoratori, c’è attesa per un bando Aler in accordo con le associazioni datoriali.

Il tema è noto ormai da qualche anno: il prezzo delle abitazioni in città è talmente alto che i lavoratori del ceto medio in arrivo da fuori faticano a trovare una sistemazione sostenibile. E così non di rado infermieri, insegnanti, autisti, operai o funzionari preferiscono andare in altre parti d’Italia. Sull’argomento da mesi la Prefettura sta cercando di coordinare una serie di enti interessati, da Confindustria ad Ance, passando per Ats e Asst.

L’obiettivo è proporre nuove politiche sulla casa per non far mancare forza lavoro al comparto produttivo. Il problema è che la disponibilità immediata di immobili è ridotta, a meno di costruire nuova edilizia popolare. Gli appartamenti pubblici agibili devono comunque seguire una graduatoria guardando alle fasce più bisognose della popolazione. Però è vero che nella sola città ci sono circa 200 appartamenti sfitti, i più perché necessitano da tempo di una ristrutturazione. La gestione di questi immobili ora è nelle mani di Aler, il Comune ha trasferito questi beni all’azienda lombarda per l’edilizia pubblica. Quindi Aler, questa è l’idea, potrebbe pubblicare un bando per assegnare per un periodo limitato di tempo, circa dieci anni, un primo pacchetto di alloggi, intorno ai 25 appartamenti, in cambio però di una ristrutturazione. Case che verrebbero date non a persone fisiche, ma ad enti e associazioni datoriali che vogliano farsi carico dei costi delle riqualificazioni, per poi ospitare a canoni calmierati per conto di Aler dei lavoratori forestieri.

Carola Airoldi, responsabile di Aler Como, pur usando il condizionale non nega che l’ipotesi sia in discussione. «Servirebbe comunque il benestare della Regione – dice Airoldi – Detto che, senza dare false illusioni, proprio Regione guarda a queste nuove strade da percorrere per garantire al territorio manodopera e per riqualificare il patrimonio immobiliare, pur non volendo rinunciare a dare precedenza ai cittadini più fragili». Aler ha bisogno di un progetto scritto nero su bianco, una proposta che gli enti che siedono al tavolo riunito dalla Prefettura potrebbero predisporre.

Occorre pensare che l’investimento medio per ristrutturare un alloggio Aler è pari a 15mila euro. Non molto, detto che ci sono anche alloggi invece molto fatiscenti. Certo su 200 appartamenti sfitti in città le risorse economiche da mettere sul piatto diventerebbero ingenti, ma per una trentina di appartamenti è un’operazione giudicata fattibile. Ogni anno in tutta la provincia le case Aler che si liberano sono circa 120 e tutte necessitano di una sistemazione.

«Il tema è legato alle associazioni datoriali, ma non solo – dice don Giusto Della Valle, parroco di Rebbio che nel quartiere ha sistemato decine di alloggi per ospitare lavoratori, famiglie e migranti in cerca di occupazione – Al tavolo sediamo anche noi e siamo interessati, di case c’è grande bisogno. Segnaliamo comunque che ci sono ancora molte abitazioni pubbliche pronte, sistemate, ma da anni vuote». Ad esempio a Tavernola, zona via Polano, oppure in via Conciliazione.

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