I lavori per Villa Olmo sono in ritardo, ora Como rischia di perdere i fondi

Il caso Nove anni di attesa, l’intervento è fermo e la Fondazione congela una richiesta di proroga avanzata nel 2022. Enrico Lironi: «Revochiamo ogni anno milioni di euro non spesi. Non è possibile aspettare e rimandare all’infinito»

Dopo quasi nove anni di attese il Comune rischia di perdere i cinque milioni di euro finanziati dalla Fondazione Cariplo per il restauro di Villa Olmo. La precedente giunta, poco prima della scadenza del mandato, aveva formalizzato una richiesta di proroga alla Fondazione per l’avvio dei lavori di riqualificazione; un’ennesima richiesta, alla luce dei nuovi fondi ottenuti tra il 2021 e il 2022 da Roma, circa nove milioni di euro tramite Pnrr.

La richiesta è stata congelata dai vertici dell’ente visto il delicato passaggio elettorale. Di lì a poco si sarebbe insediata la giunta guidata dal sindaco Alessandro Rapinese. Cariplo non voleva bocciare o concedere nuovi termini a ridosso delle elezioni, dovendo discutere con i nuovi rappresentanti politici. Dopo il voto informalmente ci sono stati i primi contatti. Poi attorno a Natale la Fondazione ha ufficialmente chiesto al Comune di mettere nero su bianco le sue reali intenzioni. Con urgenza e con una motivazione dettagliata. Per dare modo a Cariplo di capire se davvero Palazzo Cernezzi riuscirà a breve a finire i lavori. Per ora non sono arrivate risposte. L’alternativa è la revoca dei fondi.

«Ogni anno la Fondazione revoca milioni di euro non spesi dagli enti beneficiari entro i termini accordati – spiega Enrico Lironi, membro del consiglio d’amministrazione della Fondazione Cariplo – volendo poi ridistribuire queste risorse. La proroga giacente avanzata dal Comune di Como alla fine della scorsa legislatura è rimasta dov’era. Adesso serve un nuovo passaggio. È chiaro che non è possibile attendere e rimandare all’infinito».

L’assessore Colombo: «Non abbiamo paura. La partita non è facile, la città aspetta da troppi anni. Noi ci siamo già mossi»

Le risposte fornite dal Comune devono essere esaustive, non possono essere solo utili ad allungare ancora i tempi. A meno che il Comune ammetta di non essere in grado di portare a compimento un progetto presentato nel lontano 2014. All’epoca, ai tempi del sindaco Mario Lucini, erano state avviate delle riqualificazioni ai giardini, ma il cuore del progetto comprensivo delle serre non ha mai visto la luce.

Sul punto il sindaco Rapinese ha sempre detto di essere speranzoso di riuscire a portare avanti in tutta fretta i lavori alla villa dopo anni di rinvii. Il primo cittadino conta di poter sfruttare le tempistiche contingentate del Pnrr per rendicontare quanto fatto con puntualità. «Non abbiamo paura – dice l’assessore all’Urbanistica e alla Cultura Enrico Colombo – La partita non è facile, la città aspetta da troppi anni. Noi ci siamo già mossi, abbiamo iniziato con un’analisi dettagliata sullo stato di salute della villa per avere un preciso quadro così da intervenire con la massima attenzione e competenza. Prima di dare risposte esaustive dobbiamo attendere l’arrivo del nuovo dirigente alle opere pubbliche».

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