Liceo Volta, 150 e-mail dei ragazzi
«Sì al rientro, noi ci vacciniamo»

La scuola deve correre: solo il 60% dei giovani ha prenotato o fatto una dose - Il preside Valtorta: «L’obiettivo è ripartire in presenza ma la copertura deve essere alta»

Magari con la mascherina, però tutti in classe. È questa la speranza dei presidi comaschi: se la soglia di vaccinati under 19 in provincia cresce, allora c’è speranza di riportare a scuola il 100% dei propri studenti.

Per farlo, però, la percentuale di ragazzi prenotati (oltre il 60%) e di “coperti” con la prima dose (poco meno del 40%) deve per forza salire, almeno fino all’80%.

«Per quanto mi riguarda – spiega il preside del Setificio Roberto Peverelli – il vaccino è fondamentale ed è la strada principale da seguire. Per quello che vedo e mi sembra di capire, grazie alla somministrazione, anche con le varianti, l’impatto del Covid è fortemente attutito. Per esempio, nel Regno Unito, pur con una recrudescenza dei casi, i ricoverati e i decessi sono molto bassi».

Insomma, aderire alla campagna è cruciale affinché si torni a fare scuola nelle condizioni migliori: «Non significa senza mascherine o distanziamento, queste misure credo restino – aggiunge Peverelli – però, si potrà tornare alla lezione in presenza per tutti. Se le percentuali di vaccinati sono basse, allora potrebbe riproporsi l’alternanza con la dad».

Al Volta, diversi genitori hanno scritto volontariamente al dirigente comunicando l’intenzione dei figli di vaccinarsi: «Negli ultimi 10 giorni – spiega il preside Angelo Valtorta – avrò ricevuto oltre 150 mail di questo tipo. È un bel segnale: rispetto la posizione di tutti, però è un dato di fatto che, laddove le somministrazioni abbiano raggiunto una percentuale notevole nella popolazione, siano calati i ricoveri e le vittime».

Solo così, quindi, si potrà tornare a una normalità assente da tanto tempo: «Se la copertura è alta – continua Valtorta – tenendo la mascherina ed evitando gli assembramenti, potremmo davvero riportare tutti a scuola, derogando magari sulla famigerata distanza fra le rime buccali. Sarebbe importante: i ragazzi hanno bisogno di tornare in classe e riprendere in mano la propria vita».

Per Silvana Campisano, decidere di aderire alla campagna significa anche proteggere chi è più fragile e ha problemi di salute: «Vogliamo tutti tornare ad avere una vita la più vicina possibile alla normalità – aggiunge – per me tutti si devono vaccinare, compresi ovviamente il personale scolastico e gli studenti. Ottimista? Allora, per la maturità, abbiamo ricevuto tante richiesta da parte di ragazzi che, causa somministrazione, avevano la necessità di spostare l’esame. Quindi, se questo dato vuole dire qualcosa, non posso che essere fiduciosa».

Al momento, è bene ricordarlo, manca ancora un protocollo per la ripartenza. Anche per la maturità, a dire il vero, non è stato fornito, tanto che si adoperò quello dell’anno prima.

Lo scorso anno, la ripresa avvenne con i banchi distanziati, percorsi differenziati e ingressi separati. Ovviamente, fu introdotto l’obbligo di mascherina e fu sospeso l’intervallo al bar. Se la percentuale dei vaccinati crescerà, lo scenario potrebbe ripetersi anche a settembre, però con tutti gli alunni in aula. Un particolare che farebbe tutta la differenza del mondo.

«I miei figli hanno già ricevuto la prima dose e, a breve, hanno il richiamo», spiega Marina Fasola, madre di Samuele, appena diplomato al Giovio, e di Gioele, studente del Carcano. «Abbiamo accelerato così da metterli subito al sicuro nel rapporto con gli altri – conclude – c’è una socialità da recuperare. Inoltre, basta guardare cosa sta accadendo con la variante Delta: il Covid andrà a colpire chi non è coperto. Se non ci si vaccina, si rischia di diventare veicoli del contagio».

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