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Mercoledì 01 Ottobre 2025
Il viaggio di Carrington, icona surrealista
Mostre Palazzo Reale a Milano ospita fino all’11 gennaio la prima personale dedicata in Italia all’artista inglese. Figura poliedrica e visionaria, attraversa molteplici linguaggi: pittura, scultura, teatro, letteratura e pensiero critico
Leonora Carrington è una delle figure più singolari e visionarie del ’900. Artista poliedrica, sperimenta molteplici linguaggi: pittura, scultura, letteratura e teatro. Ma è anche una protagonista del pensiero critico del suo tempo: anticonformista, rivoluzionaria, cosmopolita, antigerarchica e strenua paladina dei diritti delle donne, è anche sensibile ai temi dell’ambiente, in grande anticipo sul nuovo millennio.
Sopravvissuta alla guerra e all’internamento in manicomio, in lei si fondono arte, mitologia, ecologia, femminismo e spiritualità. Partecipa al Surrealismo, si lega a Max Ernst, ha un percorso esistenziale da migrante che la porta dal Lancashire (è nata in Inghilterra nel 1917) a Firenze, poi a Parigi, in Spagna (dove viene dichiarata pazza e rinchiusa alcuni mesi in ospedale psichiatrico a Santander), a New York e infine a Città del Messico, dove vive quasi settant’anni della sua lunga esistenza, prima di spegnersi nel 2011. Gran parte della sua produzione si ascrive proprio al periodo trascorso in Messico, dove è stata a lungo celebrata come una delle artiste più importanti, accanto a Frida Kahlo e Remedios Varo.
La retrospettiva
È davvero un’impresa ardua definire in poche battute un’artista tanto attuale ancora oggi, ma per conoscerla più da vicino può essere di aiuto la prima retrospettiva dedicata all’opera di Leonora Carrington in Italia, che resterà aperta fino all’11 gennaio a Palazzo Reale a Milano.
La mostra, curata da Tere Arcq e Carlos Martin (lo stesso della personale milanese di Leonor Fini) mira a presentare l’universo artistico e la personalità intellettuale dell’artista inglese attraverso 60 opere della sua vastissima produzione artistica, che include dipinti, disegni, arazzi, scenografie e costumi, oltre a un’ampia produzione scritta e a materiale d’archivio, libri, film e fotografie documentarie, che forniscono il contesto storico delle sue opere. Il risultato è la prima grande retrospettiva dedicata a Leonora Carrington in Italia, un Paese che è stato per lei fondamentale per l’introduzione alla pittura e che ha poi fortemente influenzato la sua successiva produzione artistica.
La mostra - promossa dal Comune di Milano-Cultura e prodotta da Palazzo Reale, MondoMostre, Civita ed Electa - mette in luce proprio il profondo legame con l’Italia, a partire dalla scoperta dell’arte rinascimentale a Firenze negli anni della formazione (è affascinata soprattutto da artisti del XIV e XV secolo, come Francesco Martini, Giovanni Rucellai e Sassetta), fino a far emergere la complessità delle sue radici culturali, celtiche e post-vittoriane e la sua partecipazione al Surrealismo (Dalì la definì la «più grande artista donna» del movimento).
Il percorso espositivo restituisce la traiettoria unica di una donna artista, migrante ed esule - tratteggiato nella conferenza stampa di presentazione sia dai curatori sia da Domenico Piraina, direttore di Palazzo Reale - che ha fatto dell’immaginazione uno strumento di resistenza e di conoscenza: «Leonora Carrington emerge come pioniera dell’ecofemminismo e instancabile esploratrice della coscienza, capace di dar vita a un mondo fantastico e sovversivo in cui il quotidiano si intreccia con l’alchimia, la fiaba e l’inconscio».
Sei sezioni, molteplici vite
La mostra, che intende essere «un viaggio attraverso le molteplici vite di Leonora», è suddivisa in sei sezioni: “L’inizio di un Grand Tour dentro la vita”, dedicata al periodo di formazione in Europa; “La sposa del vento, viaggio trasnazionale attraverso il Surrealismo”, che riprende il soprannome datole da Max Ernst e passa attraverso l’esperienza della guerra e l’arrivo nel sud della Francia, in Spagna e poi a New York; “Spaesamento, memoria delle origini, nostalgia delle sponde”, dedicata all’approdo in Messico, alla maternità e al recupero onirico dell’infanzia; “Il Viaggio dell’Eroina”, che riprende e declina al femminile il celebre studio di Joseph Campbell; “L’oscurità luminosa”, dedicata alla sua fascinazione per l’occulto; “La cucina alchemica”, infine, che unisce simbolismi e magia al luogo simbolo in cui le donne possono reclamare i loro poteri. E non è casuale, forse, ma certo di grande e inattesa attualità la frase eco-femminista di Carrington che campeggia sull’ultima sezione: «Se tutte le donne del mondo decidessero di controllare la natalità, di respingere la guerra, di rifiutare la discriminazione di sesso o razza, gli uomini sarebbero costretti a permettere alla vita di sopravvivere sul nostro pianeta».
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