Il Terzo settore chiama il futuro sindaco: «Un patto per esserci»

L’appello L’associazionismo comasco torna a rivolgersi ai candidati: «L’amministrazione rafforzi le sinergie e riconosca il nostro ruolo»

Un patto fra il Comune e il terzo settore. È stata la proposta lanciata dal presidente del Centro servizi per il volontariato Gigi Colzani ai candidati sindaco durante il dibattito di Diogene.

Oggi, a pochi giorni dal ballottaggio, le associazioni ripropongono l’idea agli sfidanti Barbara Minghetti e Alessandro Rapinese, con l’obiettivo di disegnare un percorso concreto per passare, in tempi ragionevoli, dalle parole ai fatti.

«Per fare un patto con la pubblica amministrazione non basta una stretta di mano o un impegno verbale – precisa il presidente dell’Auser lariano Massimo Patrignani - bisogna agire per atti. Serve quindi, al più presto, un atto formale, una deliberazione, che realizzi la cornice giuridica all’interno della quale si realizza l’accordo». Da questo punto di vista non ci sono problemi poiché esistono due fonti giuridiche certe e consolidate: la Costituzione della Repubblica e il più recente articolo 55 del codice del terzo settore. In poco tempo, già in uno dei prossimi consigli comunali si potrebbe approvare il regolamento per l’amministrazione condivisa. In Italia, sono 273 gli enti locali che, su questo punto, hanno preceduto Como. «Potevamo essere tra i primi – ricorda Patrignani - nel 2016, con “ComeVoglioComo” e con la fondazione di Comunità, alla presenza del professore Gregorio Arena, avevamo avviato il percorso, ma si è scelto di non proseguirlo, perdendo una grande occasione».

Non è mai troppo tardi: «Ci aspettiamo che questo patto venga realizzato, possa rafforzare le sinergie affinché il ruolo formale del terzo settore sia ancora più riconosciuto, in un rapporto sempre più paritetico con l’amministrazione», commenta Paola Della Casa, referente di Vicini di strada, la rete della grave marginalità. «Consentirebbe – continua – di realizzare gli strumenti di co progettazione e co programmazione previsti dalle normative. Sarebbe un riconoscimento del ruolo, un rafforzamento delle sinergie e del sistema integrato fra pubblico e privato sociale, in un rapporto partecipato e condiviso». Secondo le associazioni e gli enti del terzo settore, arrivare all’approvazione del regolamento sarà una bella esperienza di partecipazione dal basso. Questo strumento può essere pensato e realizzato con modalità diverse, adatte allo specifico di ogni città o quartiere. Può essere generale, una cornice adattabile a diverse casistiche, oppure specifico per singoli temi. «Noi propendiamo per la prima ipotesi – precisa Patrignani - perché rappresentiamo un ricco mosaico di “diversità convergenti”, ma siamo comunque aperti a ogni soluzione che vorrà proporci il Comune. L’amministrazione condivisa non è un problema ma è una soluzione: attraverso un procedimento corretto, si possono superare i vincoli e le criticità delle tradizionali gare d’appalto in settori strategici». Questo primo passo è fattibile in pochi mesi, entro la fine dell’anno. Da qui, la richiesta alla nuova giunta di sbilanciarsi, fornendo anche una data di massima. La macchina comunale si deve riconvertire, deve imparare a gestire e promuovere i percorsi collaborativi. Da questo punto di vista, la formazione dei dipendenti, aperta alla società civile, richiederà a un lavoro in profondità, guidato da esperti facilitatori e adeguatamente finanziato.

«Essere riusciti, come rappresentanti del terzo settore e dell’associazionismo, a trovarci e dialogare sulle tante problematiche concernenti il sociale, è stato un grande momento di crescita per tutti – commenta Mariangela Volpati, presidente Osha Como - Essere riusciti a proporre questo patto con l’amministrazione davanti a tutti i candidati sindaco è stato un ulteriore passo in avanti. Il nuovo sindaco sappia che siamo pronti per lavorare insieme, con un patto da sottoscrivere prima possibile, perché gli argomenti sono tanti e tutti importanti: ci aspettiamo un riscontro immediato». Le priorità? A questo proposito, Volpati cita «la casa per persone che non ce l’hanno, in difficoltà e disabili nel progetto “dopo di noi”: avere una casa è il primo aiuto e punto di partenza per ripartire». Inoltre, uno dei primi nodi da affrontare sarà la riapertura della piscina di via del Doss: «Troppe persone sono rimaste senza un servizio e senza una risposta concreta». È bene ricordare come lo spazio sia un servizio di alto livello per Como e le zone limitrofe, un centro socio educativo dov’è possibile fare riabilitazione e fisioterapia. Inoltre, il rischio è il licenziamento di molti giovani professionisti.

Il volontariato merita un riconoscimento maggiore

A questo proposito, fra i problemi elencati ci sono i parcheggi per disabili (fare attenzione anche al numero, viste le norme vigenti) nelle aree dei servizi, per persone con disabilità temporanea e per le mamme in attesa. Servono aree per le feste e per le associazioni così da essere utilizzate per gli incontri, gli eventi e pure le cene per raccogliere fondi. A Como mancano spazi destinati a giochi e sport inclusivi, così come si dovrebbe fare meglio sotto l’aspetto dei bagni pubblici per i portatori di handicap. Il mondo associativo chiede un maggiore riconoscimento per gli atleti delle realtà sportive che conseguono risultati a livello internazionale e mondiale e per gli enti impegnati nel coinvolgimento e nella cura dei minori, dei profughi, e dei disabili. Si parla di abbattimento delle barriere architettonica da decenni: alcune sono state eliminate, altre invece non funzionano (per esempio gli ascensori). Molto c’è ancora da fare.

Per realizzare i grandi progetti servono anni, nel frattempo gli impianti sono chiusi (piscina e palazzetto dello sport). Si chiedono concessioni a lungo termine per chi gestisce impianti, tenendo presente di coinvolgere persone competenti nell’ambito della disabilità per sistemare i vari impianti a norma. Il percorso è stato costruito insieme con i portavoce, le associazioni e gli enti del terzo settore provenienti da sette ambiti diversi: ambiente, anziani, arte e cultura, emarginazione, giovani, integrazione, salute e sport.

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