«Lo sviluppo turistico corre con il digitale»

L’intervista Niccolò Comerio è un ricercatore dell’università Liuc. «Crescono le richieste di esperienze immersive con la realtà aumentata»

Canada, Brasile, Cina, Giappone e India, sono i Paesi da non perdere di vista in ottica turistica, da queste nazioni nei prossimi anni giungerà un sempre maggior numero di visitatori in Europa.

Parte della competizione per portarli a scegliere l’Italia e non un’altra nazione, si gioca online, le persone prima di partire e attraversare mezzo globo, si informano sul web. Ne abbiamo parlato con Niccolò Comerio ricercatore Liuc-Università Cattaneo in Politica Economica e direttore del centro di ricerca sul turismo, Responsible Tourism Lab, sempre all’interno della Liuc.

Partiamo da un grande classico, la sostenibilità, quanto è importante?

Dal punto di vista settoriale significa avere un comparto meno impattante sull’ambiente, il 14% dei rifiuti mondiali, secondo dati Unep, sono generati dal turismo. Tale approccio può essere interessante anche dal lato della domanda, perché sempre più persone prestano attenzione alle tematiche ambientali e quando si organizzano per viaggiare, vogliono trovare le strutture e i mezzi di trasporto più sostenibili. L’ideale potrebbe essere integrare all’interno della piattaforma turistica una sezione dedicata a questa tipologia di viaggi, andando a identificare o mappare le strutture che nel panorama offrono un’esperienza sostenibile che non sia green washing, oppure che garantiscano la presenza di servizi come le colonnine per la ricarica delle auto elettriche.

E il turismo responsabile

Il concetto della sostenibilità si è evoluto diventando turismo responsabile, prendendo in considerazione il tema del rispetto della comunità che ti sta ospitando, che significa una maggiore attenzione alle persone che vivono sul territorio. In alcuni casi l’atteggiamento però è diametralmente opposto, a Kyoto nei giorni scorsi hanno vietato l’accesso ai turisti a un intero quartiere caratterizzato da case in vecchio stile, perché era assediato da persone che scattavano foto in continuazione, alcune fino ad arrivare a entrare nelle abitazioni private.

L’Osservatorio Google sul Turismo Digitale osserva che il 70% delle prenotazioni vengono fatte online, come dovrebbe essere strutturata una piattaforma per risultare efficiente?

La prima cosa è avere un portale che fornisca la possibilità di prenotare tutte le tipologie di esperienze, dall’hotel allo spostamento con i mezzi pubblici, tutto deve poter essere acquistato online. In tema di innovazioni, non sarebbe male implementare il sito con un assistente virtuale, un chatbot che consenta al turista di avere esperienza one-to-one, un servizio che lo aiuti a programmare il viaggio. Importante anche l’aspetto delle lingue, la piattaforma deve essere tradotta pensando anche ai Paesi dove difficilmente si parla inglese, come il Giappone o la Cina.

Dal suo osservatorio, quali nuove tendenze sta rilevando?

Stanno aumentando i turisti attratti dalla possibilità di fare esperienze immersive, attraverso visori di realtà virtuale o aumentata, per vedere prima di partire come è arredata per esempio la camera di un hotel, ma non solo, sono anche interessati a sapere se un museo al suo interno offre questa possibilità durante la visita. Evidenziare su un sito questo tipo iniziative che danno la possibilità di fare esperienze immersive, potrebbe attrarre visitatori più tecnologici in cerca di qualcosa di nuovo.

Fornire un’esperienza omnicanale fluida è fondamentale per fidelizzare e soddisfare i turisti?

In inglese viene definita seamless experience, ovvero un’esperienza che non finisce mai e anche qui gioca un ruolo importante la tecnologia. È possibile utilizzare anche una tecnologia semplice, come un e-commerce, attraverso il quale mantenere il contatto con il turista anche quando torna a casa, fornendogli per esempio l’opportunità di continuare ad acquistare i prodotti provati sul posto. Spesso queste iniziative vengono lasciate alla singola attività che ha il proprio sito, potrebbe essere vincente invece, creare un portale unico di un intero territorio.

Ha senso un sito che promuova l’intera offerta turistica di un Paese?

Un portale che presenta tutte le maggiori attrazioni di un Paese semplifica di molto l’esperienza del turista, che magari arriva dall’altra parte del mondo. Avere a disposizione un sito dove può consultare e prenotare tutto ciò che gli serve sarebbe l’ideale, senza dover saltare da un portale all’altro: uno per l’albergo, l’altro per i trasporti, un altro ancora per il ristorante. La logica è quella di fare sistema, territori dello stesso Paese che affrontano insieme i player internazionali abbandonando i campanilismi, che non sono solo in Italia

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