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Lunedì 28 Luglio 2025
Risparmio più sostenibilità. La vita ibrida nella casa 4.0
Le tecnologie digitali ridefiniscono il nostro modo di abitare, portando efficienza e nuove forme di socialità. La PropTech permette di ottimizzare la gestione degli immobili, dalla singola unità abitativa alla Smart City

La tecnologia sta ridefinendo il nostro modo di abitare. Chiara Tagliaro, architetto e ricercatrice, e Alice Paola Pomè, ingegnere edile e ricercatrice, all’interno del contesto “Lake Como School of Advanced Studies”, hanno messo in luce gli impatti economici e ambientali delle soluzioni per l’abitare nel convegno “Oltre la domotica, gli strumenti digitali per la gestione della casa”.
Quali sono i principali vantaggi che le tecnologie digitali per la casa offrono a proprietari e inquilini?
I vantaggi sono molteplici e si traducono in benefici concreti per gli utilizzatori. Pensiamo innanzitutto ai risparmi in termini di tempo e costi: la tecnologia permette spesso di bypassare passaggi complessi o di rendere processi più fluidi, riducendo l’intervento umano dove non è strettamente necessario e minimizzando gli errori. Con semplici interventi di adeguamento e l’utilizzo di queste tecnologie, oggi è possibile, ad esempio, misurare e efficientare i consumi energetici tramite app dedicate, tenendo sotto controllo le spese e identificando sprechi. Si possono monitorare le spese condominiali in maniera trasparente e immediata. Si accede a reti di manutentori e tecnici qualificati per interventi ordinari e straordinari, spesso con un sistema di feedback e recensioni che garantisce maggiore qualità. Ma c’è di più: queste piattaforme permettono anche di entrare in contatto con i propri vicini, non solo per scambiarsi favori o informazioni, ma per costruire vere e proprie comunità più coese, sicure e accoglienti. Questo crea una nuova dimensione sociale dell’abitare. La digitalizzazione ci permette di maneggiare una mole di dati sempre crescente, e di farlo in maniera predittiva, anticipando problemi o ottimizzando le prestazioni.
Cosa significa PropTech?
PropTech sta per “Property”, proprietà immobiliare, e “Technology”. Si riferisce a tutte quelle soluzioni e servizi innovativi che sfruttano le tecnologie digitali per migliorare, ottimizzare e rendere più efficiente il settore immobiliare in ogni sua fase. Questo include l’acquisizione, la gestione e l’analisi di dati e informazioni relative agli immobili, fornendo poi indicazioni e suggerimenti su come gestirli al meglio.
La casa che non è più solo un rifugio privato: come si manifesta questa tendenza nel settore immobiliare e quali sono i modelli emergenti?
L’esperienza del Covid ha senza dubbio accelerato una tendenza già in atto: l’abitare sta diventando un’attività sempre più ibrida. La casa non è più concepita unicamente come un luogo privato e isolato, ma si trasforma per accogliere una pluralità di funzioni, tra cui quella lavorativa. Questo è un filone che sta diventando un trend significativo nel settore residenziale, tanto che stiamo adottando il termine “ibrido” per indicare l’utilizzo multiforme dell’ambiente domestico. Un esempio ipotetico, su cui spesso si lavora, è la possibilità di creare un’unità immobiliare dove una porzione dei metri quadri può essere destinata a funzioni flessibili e integrate, come un ufficio domestico indipendente per un architetto che riceve clienti, o una “guest room” da affittare temporaneamente tramite piattaforme come Airbnb. Può anche essere un appartamento accessorio per ospitare assistenza o familiari e la tecnologia aiuta a rendere questa trasformazione possibile e dinamica.
Secondo questa logica di ibridazione degli spazi, come cambiano i condomini?
La condivisione degli spazi assume un significato più ampio. Non stiamo parlando solo di una cucina comune, ma di aree dove lavorare, ospitare amici, organizzare riunioni condominiali, persino un bar e una terrazza. Non è più solo l’edificio dove ho la mia casa e il mio luogo privato, ma è un luogo dove posso conoscere le altre persone, creare una comunità. E la gestione di questi spazi avviene interamente tramite la tecnologia: un’app dedicata permette ai condomini di comunicare, scambiarsi servizi, prenotare gli spazi e persino annunciare eventi. Questo crea un senso di appartenenza e collaborazione che va oltre la semplice vicinanza fisica. Si tratta di un trend che unisce il vivere e il lavorare in un connubio sempre più stretto. Questo porta alla nascita di nuove forme di co-produzione di spazio e funzioni, come il co-working, il co-housing e il co-living. L’obiettivo comune di questi modelli è la sostenibilità: economica, grazie alle economie di scala; sociale, perché favorisce la creazione di comunità; e ambientale, riducendo il consumo di metri quadri e risorse. È una risposta concreta alla richiesta di un’economia che sia sempre più sostenibile.
Il valore della sostenibilità è trainante anche in questo cambiamento?
Il settore delle costruzioni, nella sua interezza, è responsabile di una quota rilevante delle emissioni globali di gas serra e di un’elevata percentuale del consumo energetico a livello internazionale. Ma la fase più critica, in termini di dispendio energetico e impatto ambientale, non è tanto la costruzione iniziale dell’edificio, quanto la sua utilizzazione e gestione nel tempo. Se pensiamo che un edificio ha una vita utile di decine di anni, capiamo come la manutenzione e l’uso quotidiano siano determinanti. La maggior parte degli edifici europei, circa il 75%, non rispetta ancora gli standard di efficientamento energetico che ci si aspetta di raggiungere entro il 2030. Siamo nel 2025: la matematica ci dice che abbiamo solo cinque anni per recuperare un divario enorme. C’è quindi un’esigenza reale, non solo di adeguamento normativo, ma di vera e propria trasformazione culturale e tecnologica del nostro patrimonio edilizio.
Quali sono le ragioni che spingono lo sviluppo degli strumenti digitali per l’abitare?
Da un lato, lo scenario geopolitico e sociale attuale ha provocato un incremento vertiginoso dei costi di gestione degli immobili, in particolare quelli legati all’energia. Questo incide in maniera significativa e spesso insostenibile sul bilancio familiare, rendendo la questione dell’efficienza energetica una priorità non solo etica, ma anche economica per milioni di persone. Dall’altro lato, assistiamo a una spinta normativa sempre più forte da parte delle autorità pubbliche, sia a livello europeo che nazionale. Le direttive e i regolamenti richiedono un efficientamento energetico e una sostenibilità degli edifici sempre maggiori, con obiettivi ambiziosi e scadenze ravvicinate. Questa duplice pressione sta rafforzando l’interesse verso soluzioni innovative e sostenibili per la gestione degli immobili.
È la direttiva europea “case green” il principale propulsore per la diffusione delle tecnologie digitali ?
Sì, ma la digitalizzazione non ci si limita solo a rispondere alle normative legate all’efficientamento, ma si integra la tecnologia per rivoluzionare il modo in cui viviamo la casa. L’Unione europea, consapevole che il 75% degli edifici europei non è ancora efficiente, punta a una “twin transition”: una transizione che sia contemporaneamente sostenibile e digitale. La Energy Performance of Buildings Directive, la direttiva sulle “case green”, affianca alla certificazione energetica un nuovo indicatore: lo Smart Readiness Indicator. Questo indicatore misura la capacità di un edificio, o di un’unità familiare, di integrare soluzioni digitali e intelligenti. Ad oggi non c’è una normativa specifica per i singoli appartamenti in termini di Sri, ma la direzione è chiara: probabilmente andremo verso una certificazione della “intelligenza” digitale delle nostre abitazioni.
Quali sono gli sviluppi più promettenti e come cambieranno la gestione immobiliare?
Le tecnologie digitali sono fondamentali per trasformare l’ambiente costruito, ma prima ancora, ci aiutano a conoscerlo, a misurarlo e a capire come lo stiamo utilizzando. Questo è il cuore dei PropTech: raccogliere e gestire dati e informazioni per una gestione ottimale. Tecnologie come la Data Science, l’intelligenza artificiale, l’Internet delle cose, la realtà virtuale e la realtà aumentata stanno rivoluzionando il settore. Un concetto chiave è il Digital Twin, il “gemello digitale” dell’edificio fisico. Permette di capire come l’edificio funziona e come può modificare il proprio comportamento in base, ad esempio, all’occupazione o alle condizioni esterne. Immaginate un digital twin connesso alle previsioni meteo: in caso di abbassamento improvviso delle temperature, il sistema di riscaldamento si attiverebbe per tempo, anticipando l’esigenza.
Come saranno utilizzati i PropTech nella dimensione urbana?
I vantaggi derivanti dall’utilizzo di queste tecnologie vanno ben oltre il singolo edificio. Se guardiamo alla linea temporale di sviluppo e adozione delle tecnologie nel settore immobiliare, vediamo che le prime sono apparse nelle fasi di costruzione. Ma quello che sta accadendo ora è un’accelerazione nell’adozione di tecnologie legate alla gestione degli edifici, in particolare quelle per la raccolta dei dati. I dati stanno diventando il “nuovo petrolio” del settore immobiliare, rendendolo più trasparente, efficiente e, non ultimo, più attrattivo per nuove competenze. E la scalabilità è fondamentale: non lavoriamo solo a livello della singola residenza, ma si passa al portfolio immobiliare, al quartiere e alla città. Il concetto è quello della Smart City, dove non si guarda più solo all’edificio, ma all’integrazione con i trasporti, la mobilità verde, i sistemi energetici e, in definitiva, le persone.
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