Le donne e l’astrattismo
Villa Olmo riapre all’arte

L’inaugurazione di venerdì segna il ritorno delle grandi mostre - Un lungo percorso attraverso l’altra metà di avanguardie anche comasche

Conto alla rovescia per la nuova grande mostra a Villa Olmo. La prima di questa amministrazione che arriva proprio sul filo di lana della fine della legislatura. “Astratte. Donne e astrazione in Italia 1930 – 2000”, curata dall’esperta Elena Di Raddo , sarà inaugurata venerdì alle 17.

Ieri mattina è iniziato l’arrivo delle opere delle trentanove artiste che «raccontano l’altra metà dell’avanguardia che si è confrontata con il tema dell’astrazione». La particolarità di questa scelta, infatti, sta tutta nel suo concentrarsi sulle figure femminili, tutt’altro che di secondo piano in campo artistico, anche con le esperienze più innovative.

«Si tratta di una forma di restituzione – aveva raccontato la curatrice su queste pagine – perché l’arte, quando è creata da donne, come avviene in altri campi, viene meno considerata: basti pensare che opere firmate da un’artista hanno spesso quotazioni inferiori da quelle firmate da un artista» (quando un apostrofo fa tutta la – ingiusta - differenza).

«La storia dell’arte astratta infatti, in Italia come nel resto d’Europa, è una storia sostanzialmente al maschile – scrive Elena Di Raddo – scardinata per la prima volta nel 1980 dall’importante mostra “L’altra metà dell’avanguardia”, a cura di Lea Vergine , che per la prima volta, porta alla luce le donne dimenticate dalla storia dell’arte, tra cui anche alcune artiste parte del gruppo degli astrattisti comaschi, le stesse che sono state raccontate in occasione delle grandi mostre “Women in abstraction” al Guggenheim Museum di Bilbao e “Elles font l’abstraction” al Centre Pompidou di Parigi».

E proprio in quest’ultima occasione Di Raddo aveva tenuto un incontro incentrato su Carla Badiali , Cordelia Cattaneo e Carla Prina e sul contributo delle artiste comasche all’astrattismo italiano tra le due guerre, lo spunto iniziale di questa mostra.

Come annunciato, molte delle opere in mostra provengono da collezioni private e saranno, quindi, visibili in alcuni casi per la prima volta dopo molto tempo così come altre conservate a Palazzo Volpi, ma non esposte nelle sale della pinacoteca.

Il percorso della mostra sarà suddiviso in aree tematiche partendo dalle pioniere, molte delle quali ebbero un legame stretto con la città di Como, «luogo unico in Italia per l’arte astratta grazie alla presenza e al dialogo della pittura con l’architettura razionalista, ma anche alla presenza dell’istituto di Setificio e alla pratica del disegno per tessuto, linguaggio sperimentale e moderno come la fotografia, la danza, il cinema».

Le altre sezioni saranno dedicate al rapporto tra “Segno / Scrittura”, alle “Geometrie”, alla “Materia”, “Meditazione / Concetto”, “Corpo / Azione / Re-Azione” e “Spazio / Luce”. Un’ulteriore opera sarà esposta in Pinacoteca.

L’esposizione sarà accompagnata da un catalogo bilingue edito da Antiga Edizioni, a cura di Elena Di Raddo, con testi e saggi critici di Elena Di Raddo, Cristina Casero e Ginevra Addis .

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