Ci prendete in giro, almeno ditelo

Fantozzi realizzò al ventunesimo del secondo tempo il presunto tradimento da parte della moglie Pina. C’è da chiedersi quando noi comaschi realizzeremo che sulla Variante Tremezzina ci stanno, e non lievemente, prendendo per i fondelli. L’ultima notizia ufficiale trapelata dall’Anas con quei giorni di ritardo regolari (come al solito avranno trovato traffico) e l’altrettanto consueto e spudorato candore è che durante gli scavi per la galleria di Colonno sono stati rinvenuti degli idrocarburi da far analizzare, che, di conseguenza i lavori sono stati sospesi e se tutto va bene madama la marchesa, forse le “volate”, cioè le esplosioni per scavare il tunnel riprenderanno a fine mese. Voi lettori de La Provincia lo sapete già (salvo l’ultimo dettaglio tutto da verificare). Questo per dire che non risponde a verità che da queste parte si scrivano le cose solo perché bisogna riempire le pagine, come avrebbe sbottato un illustre amministratore locale.

La “Marietta di ciacer” (La “Maria delle Chiacchiere”) come veniva chiamata un tempo sul lago La Provincia, le sue pagine le ha sempre riempite anche grazie ai ritardi e ai pasticci accumulati intorno alle tante varianti stradali costruite (sempre con molta calma) negli anni per tentare di far respirare la statale Regina. Dalla galleria di Cernobbio alla Cremia-Dongo quasi mai le cose sono andate lisce. E allora perché la Tremezzina dovrebbe rappresentare un’eccezione? Perché uno ci spera sempre che le cose cambino. Invece succede solo in peggio, almeno in Italia. Perché è ormai un dato di fatto che le Olimpiadi in Valtellina cominceranno senza la strada che era stata pensata anche in funzione dell’evento e pure i giochi successivi che non si svolgeranno qui vicino. Perché ormai le opere pubbliche in Italia si misurano non con gli anni, ma attraverso le generazioni. Quante ce ne sono volute, tanto per fare un esempio non lontano, per vedere realizzata la Pedemontana di cui si è cominciato a parlare quando al Quirinale c’era Antonio Segni e la motorizzazione di massa era gli albori.

Il problema degli appalti pubblici è cronico. Solo quando si può ricorrere all’emergenza (vedi ponte Morandi di Genova) allora i tempi si rispettano. Purtroppo i veicoli che ormai quotidianamente si piantano nelle strettoie più panoramiche del mondo non sono considerati tali. Però allora ditelo: cari comaschi, carissimi laghee : questa è l’Italia, così fan tutte le opere pubbliche. E se c’è un quadro normativo che consente di ottenere l’affidamento dei lavori con sconti dell’80% la colpa non è di nessuno, salvo di coloro che hanno voluto queste norme e di quelli che le mantengono in vigore. Poiché nessun pasto è mai gratis, è chiaro che la ditta vincente lo sconto in qualche modo, e c’è da capirla, da qualche parte deve recuperarlo. Se poi ha la “fortuna” di incappare in qualche impiccio che costringe a dilatare i costi meglio così. Beati loro, dannati noi. Ma per interrompere questo cortocircuito, combattere questa tempesta perfetta, servirebbe la politica. Che sa benissimo come va questo mondo degli appalti, dovrebbe conoscere le norme perverse che lo regolano e darsi da fare per porsi rimedio. Non che manchino i politici di queste parti che contano o dovrebbero contare a Roma come a Milano, in Regione. Abbiamo un ministro, due sottosegretari, la capogruppo del principale partito di opposizione in Parlamento, un altro ministro, che, per ragioni familiari, capita spesso da queste parti, un assessore regionale, due consiglieri a palazzo Lombardia espressione del lago. Nessuno pensa che non si siano dati da fare, anzi. I risultati però sono lì da vedere. Un’opera pubblica che sembra ancora più lenta di un pullman turistico sulla Regina nel weekend.

In altri tempi, il territorio non era certo rappresentato come oggi nelle sedi decisionali. Ma bastava avere un parlamentare capace nella commissione giusta e qualcosa, anzi di più arrivava. Magari non in termini di strade, ma di risorse, Anche sul lago. Almeno ditecelo: sì cari comaschi e carissimi laghee: chi vi dice che la variante Tremezzina sarà ultimata nei tempi prestabiliti oppure con un piccolo ritardo vi sta prendendo in giro. Tanto, tranquilli, continueremo a votarvi lo stesso, come abbiamo sempre fatto nonostante tutto, anzi nonostante il niente che è arrivato, nonostante che al posto del secondo lotto della tangenziale di Como avremo la Milano-Meda a pagamento, nonostante le grandi opere annunciate per il territorio rimaste nel cassetto delle illusioni. Anzi, vi voteremo più volentieri, apprezzando la sincerità.

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