
Cronaca / Como città
Lunedì 12 Maggio 2025
La proposta di abbassare il quorum per l’elezione del sindaco al 40%. FdI «Buona idea, ma qui a Como un rischio»
Il caso L’idea di ridurre la soglia per essere eletti subito. Molinari: «Siamo d’accordo, ma a Como esito incerto». Braga: «Vogliono cambiare le regole perché perdono». Gaddi: «Basta evitare le scorrettezze del 2022»
Una proposta di legge presentata dal centrodestra in commissione uno al Senato potrebbe cambiare le regole del gioco delle elezioni comunali a Como. Non più uno scontro a due, come è stato al ballottaggio del 2022 tra la lista Rapinese e il centrosinistra, ma un confronto in cui possa vincere il migliore senza nemmeno passare dal secondo turno.
La proposta
La proposta prevede che nei Comuni con più di 15mila abitanti un candidato possa diventare sindaco con solo il 40% dei voti. Oggi per vincere al primo turno serve raggiungere la soglia del 50%. Ridurre i casi in cui si finisce al ballottaggio, per i partiti di centrodestra, contribuirebbe a evitare le alleanze dell’ultima ora e i voti incrociati, con cui i numeri del primo turno vengono completamente ribaltati al secondo.
Proprio come è accaduto a Como dove, dapprima, la candidata sindaco di centro sinistra Barbara Minghetti ha ottenuto la percentuale più alta(39,40%) per poi perdere al ballottaggio contro l’attuale sindaco, Alessandro Rapinese, che al primo turno invece aveva guadagnato pochi punti di vantaggio rispetto alla coalizione di centro destra guidata dal forzista Giordano Molteni (rispettivamente, 27,32% e 26,99%). Con le nuove regole suggerite dal centrodestra, insomma, a Minghetti sarebbe bastato meno di un punto percentuale in più per vincere. Con la legge di allora, tuttora in vigore, invece, la proposta di Rapinese era riuscita a drenare voti dalla coalizione di centrodestra al ballottaggio obbligato, conquistando così il 55,36% dei voti.
«Come Pd siamo fortemente contrari - spiega però la comasca Chiara Braga, capogruppo del Pd alla Camera - Ci siamo opposti fin dal momento in cui il centrodestra l’ha proposta come emendamento al Decreto elezioni 2025». Poco importa, dunque, che una situazione come quella proposta avrebbe portato il centrosinistra vicinissimo alla vittoria al primo turno a Como, nel 2022. Un quorum così basso per il Pd «sarebbe una forzatura della democrazia e di una legge che oggi funziona». «Così - dice Braga - il centrodestra dimostra solo di voler provare a “vincere facile”».
«A noi l’idea piace e non è affatto scontato che Rapinese arrivi al 40% - commenta Stefano Molinari, coordinatore provinciale di FdI - . Con questa proposta si dà al cittadino certezza che il suo voto conti e che non venga ribaltato al ballottaggio, peraltro con un’affluenza di voto molto più bassa del primo turno (44,33% contro il 35,76% a Como nel 2022, ndr)». A patto, però, di trovare un nome forte che sappia tener testa all’attuale inquilino di Palazzo Cernezzi. «Il suo è un elettorato che guarda a destra e Como è una città di centro che guarda a destra - sostiene Molinari - Con un buon candidato e con queste nuove regole, sarebbe una bella sfida. Rischiosa, certo, perché a Rapinese basterebbe il 40% per vincere al primo turno. Ma non è affatto scontato che accada».
«Basta evitare scorrettezze»
E se sulla necessità di un candidato forte, su cui non ci siano tentennamenti, come quelli andati in scena nel 2022, si dice d’accordo il coordinatore provinciale di Forza Italia, Sergio Gaddi, la modifica di legge lo convince meno. «Rapinese ha vinto le elezioni al primo turno, per via di scorrettezze date dal voto disgiunto che lo hanno portato al ballottaggio - commenta - Per il 2027 auspico un ballottaggio tra centro destra e centro sinistra, senza più scherzi sul nome del nostro candidato. Personalmente, trovo che sia più giusto governare con almeno il 50% dei voti».
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