
Dopo aver chiuso, grazie all’intervento determinante del presidente del Pd Stefano Bonaccini, la partita per la candidatura di Antonio Decaro alle regionali in Puglia, Elly Schlein, segretaria Dem, ha lanciato dal Comasco la sfida a Giorgia Meloni per le Politiche del 2027.
Lo ha fatto in tre momenti distinti: al forum Ambrosetti, alla kermesse pacifista “Altra Cernobbio” – due appuntamenti in aperto contrasto – e alla Festa dell’Unità di Mariano Comense, che celebrava gli ottant’anni dal primo evento organizzato, subito dopo la Liberazione, nella città brianzola. Con lei, sia al forum che alla manifestazione alternativa, gli alleati ecologisti Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni.
Al forum era presente anche Matteo Renzi, tornato a muoversi nel “campo largo”, e Carlo Calenda, l’unico intenzionato a restarne fuori, almeno finché nel perimetro ci sarà Giuseppe Conte. Quest’ultimo, capo dei Cinque Stelle, ha preferito intervenire a Villa d’Este in video. Una differenza di atteggiamento che lascia intravedere una spaccatura, almeno nel rapporto con il gotha dell’economia, riunito in riva al Lario. E se fa fede un sondaggio pubblicato dal sito Open, i manager presenti a Cernobbio hanno stroncato l’opposizione ed esaltato il governo Meloni. Va detto però che, in altre occasioni, quando al potere c’era il centrosinistra, ministri come Enrico Letta e Pierluigi Bersani godevano di largo credito tra gli ospiti e i relatori dell’Ambrosetti.
Presente al forum anche Paolo Gentiloni, tuttora in corsa per la premiership come possibile alternativa alla segretaria del Pd. Schlein, intervenendo all’“Altra Cernobbio”, ha cercato di coprirsi a sinistra, dove l’influenza di Conte si fa sentire, senza però sottrarsi all’esame del mondo economico-finanziario. Mosse che, agli occhi dell’elettore comune – spesso disorientato dalla difficoltà di capire quale sia davvero la linea del Pd – rischiano di alimentare ulteriore confusione. Eppure i temi toccati da Schlein al forum sono quelli che dovrebbero fare presa sulle fasce deboli e sul ceto medio della società italiana. Sempre che la leader Dem riesca a risultare credibile.
La partita delle Regionali è comunque cominciata bene per il campo largo. Al fischio d’inizio la squadra di centrosinistra si è riversata nel campo avversario, approfittando delle indicazioni contrastanti che arrivano dai leader di centrodestra, e costringendoli sulla difensiva. L’obiettivo è segnare il primo gol nelle Marche, dove si vota a fine mese, e poi provare a dilagare nelle azioni successive in Campania, Puglia e Toscana, magari giocandosi una chance anche in Calabria.
L’esito complessivo del voto regionale determinerà la compattezza del campo largo in vista delle Politiche del 2027, con una doppia posta in gioco: il governo e, nel 2029, la scelta del successore di Sergio Mattarella al Quirinale, dove finora non si è mai insediato un esponente della destra. In questo equilibrio, il posizionamento dei calendiani di Azione sarà cruciale, così come la definizione del candidato premier – o della candidata – che sfiderà Giorgia Meloni.
Qui i rapporti di forza tra Pd e Cinque Stelle, nelle Regionali, peseranno molto: i Democratici partono favoriti, trattandosi di elezioni locali. Poi resterà da scrivere il programma. E lì, il rischio, è di farsi una risata amara.
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