Sentinelle di quartiere, una rete di sostegno per gli anziani soli

Il progetto Iniziativa pilota nel quartiere di Camerlata dove la parrocchia segnala almeno 40 persone fragili - Tre anni di test, 110 mila euro dalla Fondazione Cariplo

Un quartiere circondato dal traffico, Camerlata. E tanta solitudine. In particolare degli anziani. La parrocchia dei Santi Carpoforo e Brigida ha segnalato almeno 40 anziani che vivono da soli, escono poco, hanno una rete familiare fragile e frammentata, necessitano di ascolto e compagnia, accompagnamento e supporto per attività quotidiane.

Presto, grazie a un progetto promosso da cooperativa Progetto Sociale di Cantù, Asylum Camerlata e Anteas Servizi Laghi, finanziato da Fondazione Cariplo - contributo deliberato: 110mila euro, per tre anni di lavoro - arriveranno, a supporto, delle sentinelle di quartiere: «Operatori del progetto e rete dei soggetti territoriali si fanno “sentinella” di bisogni, e si attivano nell’individuare soluzioni e risposte concrete», spiega Beatrice Ricci, responsabile dell’area fragilità della cooperativa Progetto Sociale di Cantù.

«Il nostro scopo? Creare momenti di aggregazione»

La conformazione urbanistica di Camerlata non aiuta: le grandi arterie automobilistiche - questa l’analisi delle tre realtà interessate dal progetto - hanno isolato parti del quartiere. Che permane caotico e trafficato e non consente agli anziani di muoversi a piedi in sicurezza, non offre spazi verdi e luoghi di incontro. Anziani che, tra l’altro, hanno spesso anche rapporti conflittuali di vicinato. Sono, in presenza, di scarso aiuto reciproco. E necessitano di supporto domiciliare, di contesti aggregativi e socializzanti.

«L’adesione di tanti interlocutori ci ha permesso di analizzare la situazione del nostro quartiere attraverso tanti punti di vista e occhi diversi - dice Italo Nessi, presidente di Asylum - il nostro scopo, partendo dalle situazioni di solitudine conosciute, è quello di creare momenti di aggregazione per le persone anziane, ma anche occasioni intergenerazionali, per fare in modo che il quartiere di Camerlata torni ad essere il quartiere solidale che tutti noi conosciamo».

«Un modello di quartiere che funzioni»

Il progetto si concluderà il 31 maggio 2026. «La vera sfida - dice Ricci - è creare e validare un modello di quartiere che funzioni attraverso uno sportello fisico e uno on line, integrando le attività a domicilio con quelle di territorio, e con quelle proposte dall’associazione Asylum. Non è detto che poi questa sfida non venga raccolta anche da altri territori». «Per noi che come associazione siamo presenti sul territorio da 40 anni - aggiunge Angelo Pipero di Anteas - questa è una grande occasione per continuare a svolgere i nostri servizi in rete con altri e, soprattutto, raggiungere quelle persone che non accedono spontaneamente ai servizi ma che, forse proprio per questo, ne hanno più bisogno».

Il progetto, ambizioso, punta ad allargare la rete di sostegno a servizi sanitari e mondo profit, replicare il modello di care di quartiere anche in altri territori e completare il museo di quartiere, nato dalla collaborazione con il liceo Giovio. «Una collaborazione che ci permette - conclude Nessi - di far sentire i ragazzi protagonisti di un territorio che vorremmo più attento, più solidale, più aggregante».

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